Vimercate: un detenuto scrive al consiglio comunale: «Non siamo dei mostri»

Una lettera accorata di un tenuto del carcere di Monza al consiglio comunale di Vimercate, dopo la visita alla casa circondariale.

“Non siamo dei mostri”. Queste le parole dense di significato che un detenuto della casa circondariale di Monza ha voluto scrivere in una lettera al consiglio comunale di Vimercate. Lo scorso 26 giugno i membri del parlamentino locale avevano varcato i cancelli del carcere di via Sanquirico e tutti avevano parlato di un’esperienza forte emotivamente entrando in contatto con chi quel luogo lo vive tutti i giorni. L’indomani è arrivata questa toccante lettera resa pubblica alcuni giorni dopo. “È stata l’occasione per prendere coscienza, anche grazie alla possibilità di parlare con i detenuti stessi, della
situazione di difficoltà in cui versa il carcere, che registra un tasso di sovraffollamento pari al 170%, in numeri assoluti: 699 persone rispetto alle 411 previste. Una realtà che condiziona in modo significativo tutta la comunità carceraria, dai detenuti agli operatori della Polizia Penitenziaria
– ha fatto sapere l’assise presieduta da Davide Nicolussi -.Questa esperienza ha permesso a ogni Consigliere di rendersi conto della dimensione esistenziale dei carcerati, i quali – nonostante debbano scontare una pena o siano in attesa di giudizio – hanno diritto a preservare la propria dignità personale e il riconoscimento degli inalienabili diritti costituzionali“.

Vimercate: un detenuto scrive e carcerati in attesa di giudizio

In particolare, nel carcere di Monza, ad oggi, circa il 30% dei detenuti è in attesa di sentenza definitiva. Forse proprio le parole di quel detenuto così spontanee e messe nero su bianco hanno creato un unione d’intenti ancora più forte tra i rappresentanti seduti in aula. “Riconoscere i diritti dei detenuti è compito della politica. Trovare soluzioni percorribili è una sua precisa responsabilità, affinché il carcere non rimanga una “periferia” sociale, ma sia ciò che dovrebbe essere: un organismo dello Stato, un istituto di recupero sociale nell’interesse della persona singola, della collettività e dello Stato stesso” hanno chiosato i componenti del consiglio vimercatese.

Vimercate: un detenuto scrive, la rieducazione e la politica

Significativo è stato anche il confronto con i funzionari e gli agenti che ha fatto emergere la crescente
difficoltà a garantire il reinserimento nella società degli ex detenuti
. “affinché ciò sia possibile, è necessario che gli enti preposti, il Terzo settore e le attività commerciali del territorio diano il proprio contributo per favorire la costruzione di un progetto di vita fuori dal carcere, al fine di realizzare pienamente quanto previsto dall’articolo 27 della nostra Costituzione che recita: “Le pene […] devono tendere alla rieducazione del condannato”” ha evidenziato il parlamentino, che però ribadisce anche “la volontà bipartisan di approfondire la conoscenza di un sistema che necessita di essere sostenuto dalle Istituzioni e di manifestare la vicinanza ai detenuti e agli operatori che quotidianamente vivono una realtà complessa, dove però, al netto delle criticità, è possibile sviluppare esperienze positive come il Reparto Luce testimonia”.