Vimercate: ricorso di Fintechno e Fimer contro il piano industriale nell’ex Ibm

Rischia uno stop il progetto di rilancio dell’area industriale ex Ibm di Vimercate dopo il ricorso presentato da Fintechno e Fimer contro il piano che vede coinvolte le società Vitali e Progroup.
Vimercate: il progetto per l’area ex ibm
Vimercate: il progetto per l’area ex ibm

Il progetto Progroup rischia un lungo stop per un ricorso al Tar della Lombardia. Fintechno, società di compravendita di beni immobiliari e Fimer, azienda specializzata in inverter solari, hanno deciso di promuovere un’azione legale contro il Comune di Vimercate e Vitali Spa per annullare il grande piano industriale, che dovrebbe portare nell’immensa area ex Ibm l’impresa tedesca specializzata nella produzione di cartone ondulato semilavorato.

Le due società Fintechno e Fimer sono connesse dal fatto che la realtà che si occupa di compravendita di beni immobiliari è proprietaria dello stabilimento condotto dalla Fimer che si affaccia su via Kennedy al confine tra Velasca e Usmate-Velate, a pochi metri dall’ex comparto Ibm. L’arrivo di un nuovo sito produttivo non è stato ben accolto da Fimer che ha deciso di ricorrere in tribunale per contestare all’amministrazione comunale l’iter burocratico del piano d’intervento e alla Vitali, proprietaria di tutta l’area, il progetto per quanto riguarda l’impatto ambientale.

Nello specifico Fimer e Fintechno contestano il fatto che il piano non è stato sottoposto alla prescritta verifica di assoggettabilità della Via (Valutazione impatto ambientale), oltre alle presunte altezze di 39 metri delle torri che caratterizzeranno il nuovo insediamento produttivo e la possibilità di costruire in deroga senza seguire tutte le norme di legge.

Progroup intende iniziare a stampare cartone a partire dal 2024 e sicuramente l’iter legale potrebbe rallentare non poco l’operazione che allo stato attuale è in mano a Vitali, che realizzerebbe lo stabilimento e poi consegnerebbe le chiavi nelle mani dell’azienda multinazionale tedesca. C’è poi il tema occupazionale, sul quale hanno posto l’attenzione sia i sindacati che l’attuale amministrazione comunale. Infatti Progroup dovrebbe sbarcare nel vecchio polo dell’Ibm con altre due aziende che trasformano il cartone in scatole generando complessivamente 200 posti di lavoro, ma gli altri 500 dipendenti di una decina di aziende già presenti nella stessa area che fine faranno?

Il Comune ha infatti chiesto a Vitali di studiare una soluzione adeguata a mantenere i posti di lavoro già esistenti integrandoli con quelli che si creeranno nei prossimi anni. Ultimo problema, ma non meno significativo, è l’aspetto logistico del futuro centro produttivo: infatti dovrebbero transitare ogni giorno circa 120 camion che porterebbero le materie prime da lavorare.