Truffa agli amministratori di condominio, spacciandosi per forze dell’ordine

Truffatori hanno provato a raggirare direttamente l'amministratore di un condominio spacciandosi per forze dell'ordine.
Lucia Rizzi Anapic
Lucia Rizzi Anapic



Quando i truffatori provano a raggirare direttamente l’amministratore del condominio. La presidentessa dell’Associazione nazionale amministratori condominiali, Lucia Rizzi lancia l’allarme per le nuove modalità di tentativo di raggiro, che per una volta non interessano gli anziani e i semplici cittadini, ma direttamente chi si occupa di gestire spese e contratti delle comunità condominiali, nelle città del milanese e della Brianza. 

Truffa agli amministratori di condominio, i sedicenti tutori dell’ordine hanno messo in allerta da un tentativo di hacking

«Siamo costretti a registrare un nuovo, inquietante tentativo di raggiro condominiale – denuncia la presidentessa Rizzi che da 13 anni guida l’associazione e che per la prima volta è costretta a segnalare un attacco criminoso con questa tecnica – I truffatori hanno telefonato all’amministratore spacciandosi per appartenenti alle forze dell’ordine con tanto di nome, grado e altre generalità».

Una volta carpita la fiducia della vittima, le comunicano di attendere un successivo contatto in quanto sarebbe in corso un tentativo di hacking ai danni dello studio. Nel corso di tale successiva chiamata, un secondo truffatore chiede alla vittima di mettersi al computer per verificare se davvero l’hackeraggio sia in corso. Lo scopo è evidentemente quello di entrare in possesso dei dati dei condòmini, a cominciare da quelli bancari. La pericolosità del tentativo sta nel fatto che i truffatori riescono a far comparire sul display del telefono ricevente, il numero del commissariato o del Comando da cui dicono di chiamare.

Truffa agli amministratori di condominio, decisiva una telefonata al vero Comando delle forze dell’ordine

Nel caso denunciato però, il professionista, preso dal dubbio, ha chiamato il Comando delle forze dell’ordine, nel tempo tra la prima e la seconda telefonata, sventando così il tentativo. «È importante quindi – come avverte l’Anapic – quando si ricevono telefonate di questo tipo, cioè anche apparentemente provenienti dalle forze dell’ordine, non reagire immediatamente, ma prendere tempo, dire che si compirà una verifica e quindi richiamare il numero del presidio delle forze dell’ordine di volta in volta comparso e chiedere del soggetto che si è identificato».

Ovviamente l’invito, una volta accertato il tentativo, è di comunicare quanto accaduto all’associazione di categoria, come capitato in questo caso specifico.