Strage in famiglia a Paderno Dugnano, lo sgomento della città

Sgomento unanime tra Paderno e Senago dopo il triplice omicidio compiuto da un 17enne che ha confessato di aver ucciso la famiglia.
Paderno omicidio
Paderno omicidio

«Non abbiamo mai creduto nemmeno per un attimo alla prima versione del ragazzo, mai avuto il dubbio che il papà, per come lo conoscevamo noi, potesse avere scatenato una follia del genere». È un coro unanime tra Paderno e Senago proprio nel settore degli impresari edili, i colleghi e amici del territorio e dei paesi limitrofi che poche ore prima gli avevano fatto gli auguri per la festa dei suoi 51 anni.

Il costruttore edile, figlio della persona che aveva fondato l’impresa e ha costruito la loro stessa villetta e tutto quel quartiere residenziale che sorge nella zona di Incirano, alle spalle delle scuole Mazzini, nella mente di amici e conoscenti più intimi non avrebbe mai potuto fare una strage del genere. Sebbene difficilmente qualcuno avrebbe potuto pensare che ad architettare e mettere in pratica il triplice omicidio di madre, padre e fratello di 12 anni potesse essere davvero stato il figlio 17enne, colui che nella notte tra sabato e domenica aveva dato l’allarme chiamando il 112: «Venite ho ucciso mio padre», dopo avere sterminato l’intera famiglia con un coltello.

Strage in famiglia a Paderno Dugnano, la verità del ragazzo

Poi nella giornata di domenica, mano a mano che proseguivano gli interrogatori e il minore apriva squarci di confessione, la agghiacciante verità è venuta a galla. E nei primi giorni della settimana lo scenario si è fatto sempre più chiaro: prima l’ammissione di avere accoltellato a morte fratellino, mamma e infine lo stesso Fabio, poi la negazione categorica di avere premeditato il tutto.

Poi, tra lunedì e martedì, la tremenda ammissione: «Ci pensavo da un po’ di tempo, mi sentivo oppresso, in famiglia mi sentivo un corpo estraneo».

In settimana si sono espressi anche gli educatori, i responsabili parrocchiali e la ex preside della scuola frequentata dal ragazzo, la vice sindaca Antonella Caniato e persino padre Claudio Burgio, il cappellano del carcere minorile Cesare Beccaria che è stato tra i primi a incontrarlo e che riporta di una figura fragile, come del resto emerge dalle ultime desolanti parole: «Immediatamente dopo mi sono reso conto che non mi ero liberato del mio disagio».

Oltre all’avvocato Amedeo Rizza e a chi lo ha interrogato.

Strage in famiglia a Paderno Dugnano, don Dino Valente e la comunità pastorale

«Siamo sicuramente sgomenti – dichiara don Dino Valente della comunità pastorale di Dugnano avvalendosi della dichiarazione ufficiale della comunità Giovanni Paolo II dove la famiglia era molto conosciuta – per quanto accaduto e sappiamo bene che ora non occorrono parole. Ci sentiamo di dire che è importante sospendere ogni giudizio e come credenti affidarci alla forza della Parola di Dio e alla preghiera con cui accompagniamo lui e la sua famiglia». 

L’altra autorità locale di Paderno, il sindaco Anna Varisco ha indetto il lutto cittadino: «Abbiamo definito di proclamare il lutto cittadino per il giorno della celebrazione delle esequie, anche se è prematuro conoscere ora la data in cui si svolgeranno i funerali e l’esposizione delle bandiere a mezz’asta su tutti gli uffici pubblici presenti sul territorio. Inoltre, inviteremo gli Uffici comunali e le istituzioni presenti sul territorio ad effettuare un minuto di raccoglimento alle ore 12 dello stesso giorno».