Stalking contro la ex, condannato a due anni e risarcimento

Due anni e due mesi di reclusione e settemila euro di risarcimento all’aguzzino bernareggese che nel 2021 aveva scatenato la sua violenza sulla sua ragazza.
Monza Tribunale
Monza Tribunale Fabrizio Radaelli

Due anni e due mesi di reclusione e settemila euro di risarcimento. È la condanna comminata all’aguzzino bernareggese, con rito abbreviato, che nel 2021 aveva scatenato la sua violenza sulla sua ragazza, allora 23enne, con la quale aveva un rapporto sentimentale di quattro anni. All’udienza preliminare, giovedì 19 settembre, davanti al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza, Silvia Pansini, il pm Emma Gambardella ha chiesto la condanna dell’imputato, detenuto per altra causa, alla pena di anni due e mesi sei di reclusione per il reato di stalking e l’assoluzione per le lesioni fisiche subite dalla vittima durante un episodio contestato all’imputato, avvenuto nel settembre del 2021, in conseguenza del quale la vittima era caduta a terra. Il 27enne peraltro è già in carcere per un cumulo di pene precedenti per un totale di 7 anni e 9 mesi di reclusione.

Stalking contro la ex, condannato a due anni: la pubblica accusa

La requisitoria della pubblica accusa si è fondata sulla ritenuta gravità dei fatti e della recidiva, tenuto conto che l’imputato era già stato condannato in passato per gli stessi fatti alla pena di anni due e mesi 4 di reclusione. Il Gip, sentite le parti, ritenuto colpevole l’imputato del solo reato di stalking, lo ha condannato alla pena di anni due e mesi due di reclusione oltre al risarcimento dei danni in favore della parte civile ed alla rifusione delle sue spese processuali anticipate dall’Erario.

Stalking contro la ex, condannato a due anni: le parole della vittima e il sostegno della famiglia di lui

Per la vittima, presente in aula, sono stati momenti di estrema tensione. Ha rivissuto la drammaticità di quei momenti che poi le fecero prendere la decisione di denunciare quello che era stato il suo fidanzato.
«Quella sera, dopo avermi strappato il cellulare dalle mani lo ha scaraventato con violenza sull’asfalto mandandolo in mille pezzi costringendomi poi a salire sulla sua auto. E mentre io lo imploravo di portarmi a casa lui si dirigeva a forte velocità verso Bernareggio dove ha fermato l’auto in mezzo ad un campo, nel buio più profondo. Qui ha iniziato a stringermi le gambe con violenza lasciandomi evidenti segni per poi colpirmi improvvisamente con una violenta testata. A quel punto, terrorizzata, temendo il peggio, ho finto di svenire. Solo in quel momento lui è parso intenerirsi e si è diretto verso casa sua dove i suoi genitori, oltre ad assistermi con le prime cure mi hanno invitato a denunciare immediatamente il loro figlio per le violenze».

Il difensore della ragazza, l’avvocato Francesco Ruffo, di Vimercate, del Foro di Monza, a fine udienza ci ha dichiarato: «La condanna ad una pena così bassa, in proporzione ai fatti contestati è dovuta al fatto che per un cavillo processuale non è stato possibile contestare all’imputato la recidiva ed il giudice ha ritenuto la continuazione con la precedente condanna, con conseguente sensibile sconto di pena. Aspettiamo, adesso, il deposito delle motivazioni per fare tutte le valutazioni del caso per un eventuale appello della sentenza».