Situazione carceraria e allarme suicidi: a Monza una “maratona oratoria” per sensibilizzare

Organizzata dall'Unione Camere Penali Italiane, è prevista a Monza il 3 luglio in piazza dell'Arengario a cura della Camera Penale di Monza
MONZA CARCERE VIA SANQUIRICO
Monza, la casa circondariale di via Sanquirico Radaelli Fabrizio

In sei mesi, nel 2024, sono già 45 i suicidi avvenuti nelle carceri italiane: “Morire di carcere. Non c’è davvero più tempo” dice la Camera Penale di Monza a fronte di un fenomeno che definisce “inaccettabile” e che deve essere affrontato “senza timidezze e con voce ferma”.

Per questo invita alla “maratona oratoria”, organizzata dall’Unione Camere Penali Italiane, il 3 luglio dalle 11.30 fino alle 14.30/15.00, in piazza dell’Arengario a Monza, “per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di degrado cui sono costretti i detenuti”. Un tema “che ci coinvolge tutti” scrive il direttivo monzese in una nota. 

Monza, la “maratona oratoria” della Camera Penale in piazza dell’Arengario

Alla “maratona” chiunque potrà intervenire: “per portare il proprio contributo di esperienza professionale e umana e la propria sensibilità rispetto al tema delle carceri italiane, attraverso una riflessione di durata massima di circa 5 minuti”.  Un momento al quale saranno invitati magistrati, operatori del diritto, professionisti ed esperti che quotidianamente vivono l’ambiente degli istituti penitenziari, “ma anche “ex detenuti” che potranno, attraverso la loro storia, raccontare il più profondo significato ed impatto dell’esperienza carceraria”.

L’Avvocatura monzese e la Camera Penale la vedono come un’occasione: “di esprimere il valore sociale del nostro ruolo, di presentarci alla nostra Comunità non solo come tecnici ma come Persone che si spendono per proteggere i Diritti di tutti, anche e soprattutto di chi ha meno voce”.

Monza, astensione giudiziaria dal 10 al 12 luglio per denunciare la situazione delle carceri

L’avvocatura penalista ha inoltre proclamato un’astensione giudiziaria dal 10 al 12 luglio “per denunciare, una volta di più, l’inumana situazione delle carceri italiane, immagine del fallimento di un sistema che rappresenta la negazione stessa della democrazia”.

“La tutela dei diritti delle persone è un dovere di tutti a maggior ragione di chi, come l’avvocato penalista, assume il ruolo di controllore del rispetto delle regole e della salvaguardia delle garanzie; l’aula giudiziaria non può essere l’unico terreno nel quale misurarsi” si legge ancora nella nota della Camera Penale monzese.

Monza, la Camera Penale: “Ripensare alle regole che governano la custodia cautelare”

Evidenziata anche la distanza tra: “i principi costituzionali che dovrebbero garantire dignità, cura, rieducazione e la drammatica realtà dell’esecuzione della pena detentiva” in “strutture carcerarie sovraffollate, inadeguate e con ridotto numero di personale e mancanza di risorse” tanto che si tratta secondo gli avvocati penalisti monzesi di un “pianeta dimenticato che assume, in spregio alla finalità rieducativa della pena, una connotazione criminogena restituendo alla società cittadini privati della dignità”.

“La vera sfida, quella più coraggiosa, più impopolare e per questo difficile da spiegare, consiste in un ripensamento delle regole che governano l’applicazione della custodia cautelare, spesso un’anticipazione di pena non giustificata da sufficienti esigenze di cautela” dice ancora il direttivo della Camera Penale monzese. “Il carcere dunque, davvero come extrema ratio, con riserva della massima misura custodiale a situazioni che la impongono in ragione di un effettivo, grave pericolo per la comunità”.