Seregno, verità e giustizia per Luca Attanasio: il consiglio comunale approva una mozione

Il testo impegna sindaco e giunta ad agire con gli enti competenti, per cercare di fare luce sulle circostanze che hanno portato all'efferato omicidio dell'ambasciatore in Congo
Alida e Salvatore Attanasio, al centro, con sindaco, assessori e consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza

Verità e giustizia per Luca Attanasio”. È il titolo della mozione approvata mercoledì 24 luglio dal consiglio comunale di Seregno, in una seduta ospitata eccezionalmente da “L’Auditorium” di piazza Risorgimento, per sollecitare sindaco e giunta ad attivarsi con gli enti competenti, per chiedere giustizia per il giovane ambasciatore italiano, vittima nel 2021 di un efferato delitto in Congo, nonché iniziative specifiche, per favorire la conoscenza della sua figura non solo in città, ma più in generale sul territorio della Brianza. Il testo, presentato da Agostino Silva, capogruppo di Scelgo Seregno, è scaturito dall’incontro che il sindaco Alberto Rossi ed alcuni assessori avevano avuto in febbraio, in occasione della cena promossa al Lazzaretto dalla scuola di italiano per stranieri Culture senza frontiere, con Alida e Salvatore Attanasio, genitori di Luca, ed ha ripercorso il complesso iter giudiziario successivo, con la condanna all’ergastolo in Congo delle persone individuate come esecutori materiali dell’assassinio e la censura per la mancata costituzione del governo come parte civile nel procedimento in Italia contro i due funzionari dell’Onu, considerati responsabili della mancata predisposizione delle misure di sicurezza necessarie, incagliatosi per un difetto di giurisdizione in sede di udienza preliminare.

Luca Attanasio: sarà ricordato da uno spazio sul territorio locale

In sala, oltre a Silva, hanno manifestato apprezzamento per Attanasio Antonino Foti di Italia Viva, Samuele Pallavicini di Fratelli d’Italia, Aurelio Tagliabue del Partito democratico, Susanna Ronchi di Cambia Seregno, Luca Lissoni del Partito democratico, Samuele Tagliabue di Scelgo Seregno, Giacinto Mariani della Lega, Lorenzo Cimino e Renato Minotti del Partito democratico ed infine il sindaco Alberto Rossi, che ha sottolineato che «il gesto di non costituirsi parte civile, anche se inevitabile, non può passare sotto silenzio» ed aggiunto che con i genitori di Attanasio, presenti alla serata, è in corso un confronto, per individuare un luogo in città che possa essere dedicato al figlio.

Luca Attanasio: papà Salvatore accusa lo Stato di aver chinato la testa

«La procura non si opporrà -ha spiegato Salvatore Attanasioalla decisione del Gup di non procedere per difetto di giurisdizione contro i due funzionari dell’Onu, perché sono scaduti i termini, ma c’è un secondo fascicolo aperto. Ho seguito tutte le otto udienze preliminari e ricordo come la stessa difesa degli imputati abbia sottolineato l’assenza dello Stato italiano, che non ha neanche provato a chiedere all’Onu la rinuncia all’immunità. Nelle motivazioni, il Gup dice che lo Stato era autorizzato a domandarlo, ma non l’ha fatto: lo Stato ha chinato la testa di fronte all’Onu. Perché l’Onu vuole proteggere questi due signori, che hanno anche falsificato il documento di viaggio consegnato ai caschi blu? Come genitore e come cittadino, continuerò a chiedere una risposta». Attanasio ha infine terminato: «Nel mio unico viaggio in Congo nel 2019, prima della pandemia, i carabinieri della scorta mi hanno detto che la figura dell’ambasciatore li rendeva orgogliosi di essere italiani».

Luca Attanasio: Forza Italia sceglie la strada dell’astensione

Il solo a non aver votato a favore della mozione per ottenere verità e giustizia per Luca Attanasio, è stato il capogruppo di Forza Italia Luca Tommasi, che ha scelto la strada dell’astensione. «Ho svolto un’attività con la Farnesina per avere chiarimenti su eventuali lacune della mozione -ha sottolineato l’interessato, assente nella conferenza dei capigruppo in cui le varie forze avevano sottoscritto il testo-. Mi è stato spiegato che i governi Draghi e Meloni non si sono costituiti nel processo contro i due funzionari Onu, perché non avevano la possibilità di farlo. Il Gup ha riconosciuto la loro l’immunità, di cui l’Onu non può spogliare i singoli. La procura ha annunciato ricorso in appello contro il non luogo a procedere, che secondo fonti di stampa non sarà presentato». Tommasi ha quindi proseguito: «L’Italia si è costituita parte civile nel processo in Congo, nel quale gli imputati sono stati condannati all’ergastolo, e si è costituita anche in sede di appello. È un errore accusare il governo della mancanza di una volontà di costituzione».