Seregno, Mariani in cerca dei nuovi consiglieri

Dopo il caso «L’Espresso» le dimissioni nelle fila della maggioranza potrebbero aumentare nel consiglio comunale di Seregno. La mozione del centrosinistra, le mosse di Lega e Pdl.
Giacinto Mariani
Giacinto Mariani

Dopo la bufera generata dal caso «L’Espresso» che ha portato alla luce i legami affaristici tra il sindaco Giacinto Mariani, l’imprenditore Mario Barzaghi e il comandante della locale Compagnia dei Carabinieri Luigi Spenga, Seregno è alla finestra per capire se la coalizione di centrodestra che la governa saprà sopravvivere al momento di difficoltà. Il primo cittadino, che ha preferito rinviare l’incontro previsto sabato scorso in sala Gandini sulla lotta alle mafie, è al lavoro per rimpiazzare i sei consiglieri della Lega Nord che si sono già dimessi, cui domani potrebbe accodarsi Roberto Trezzi: informazioni non confermate accreditano che almeno tre candidati abbiano offerto la loro disponibilità a rimpiazzare i dimissionari. Qualcosa di più certo dovrebbe emergere in coda alla riunione che nella serata di lunedì 22 aprile, registrerà la partecipazione di quel che rimane del Carroccio locale e dei vertici provinciali del movimento. È da capire se l’illustrazione del quadro dello status quo possa o meno spingere qualcuno a soprassedere. I mal di pancia cominciano inoltre ad affiorare anche nelle fila del Pdl e non è escluso che, anche in questo caso domani, alcuni consiglieri e gli assessori Ilaria Cerqua ed Edoardo Mazza facciano a loro volta un passo indietro. Intanto, chi ha formalizzato le proprie dimissioni è William Viganò del Partito democratico, che ha rinunciato al suo incarico di presidente del consiglio comunale, per prendere le distanze da una situazione che ha definito di inopportunità politica, e tornerà così a svolgere il semplice ruolo di rappresentante delle minoranze.

Intanto le opposizioni martedì 23 aprile presenteranno una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Giacinto Mariani. La seduta potrebbe comunque andare deserta, visto che oggi il centrodestra non sembra essere in grado di mettere insieme il numero legale (sedici presenti) necessario per l’insediamento.