Seregno, la Casa della Carità lancia l’allarme: aumentano le richieste di sostegno alimentare

Il trend, definito preoccupante dal direttore Gabriele Moretto, è riconducibile alle difficoltà di nuclei monoreddito, che faticano ad affrontare la quarta settimana del mese
La sede della Casa della Carità, in via Alfieri a Seregno

«Il trend è sicuramente preoccupante». Gabriele Moretto, direttore della Casa della Carità, progetto caritativo avviato nel 2021 dalla comunità pastorale San Giovanni Paolo II di Seregno, con sede in via Alfieri, commenta così l’incremento di richieste di sostegno alimentare inoltrate dalle famiglie, cui fa da contraltare la diminuzione delle consegne da parte del banco alimentare. «Ho sottolineato che il trend è preoccupante -spiega Moretto-, perché a noi si rivolgono sempre più nuclei monoreddito, che però fino a poco fa potevano contare su più redditi. Di fatto non parliamo più di quelli che tradizionalmente erano classificati come poveri, ma anche di persone normali, che all’improvviso si sono trovate in difficoltà nell’affrontare la quarta settimana del mese». In modo particolare, anche attraverso i suoi canali social, la Casa della Carità è stata così costretta a lanciare un appello, per integrare il comparto della spesa solidale, grazie alla quale mensilmente oltre centocinquanta famiglie ricevono un aiuto.

Casa della Carità: la sofferenza delle famiglie monoreddito

Gabriele Moretto, primo a sinistra, con monsignor Mario Delpini e monsignor Bruno Molinari, all’inaugurazione dell’emporio solidale

Le necessità ineriscono detersivi per lavatrice, detersivi per piatti, biscotti per adulti, biscotti per la prima infanzia, brioche e zucchero. Gli interessati possono contribuire anche tramite i carrelli che si trovano nei supermercati locali di Esselunga, NaturaSì, Unes, Iperal e Biocelia. «Sta cambiando il target della nostra utenza -conferma ancora il direttore-. Il mondo della Caritas era sempre stato associato ai senza dimora, ai disoccupati o ai residenti nelle case popolari, mentre ora la cerchia si sta allargando anche a chi, in passato, non aveva mai avuto problemi a soddisfare le necessità della famiglia, appunto perché tanti nuclei si stanno ritrovando con un solo reddito disponibile, che ovviamente non basta. Lo riscontriamo anche tra chi si serve al nostro emporio solidale». Quest’ultimo riferimento è al servizio, il secondo sul territorio della Provincia di Monza e Brianza, inaugurato da monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, nel settembre di due anni fa, che mira ad aiutare nuclei in difficoltà nell’approvvigionamento della spesa per la casa, attraverso un sistema di tessere a punti.

Casa della Carità: la necessità di vestiti e materiale didattico

Un gruppo di volontari dell’emporio solidale

Ma la delicatezza dell’attuale frangente che la società (non solo seregnese) attraversa, quasi in modo automatico si riflette inoltre su settori differenti da quello dell’alimentare: «Stanno aumentando le richieste di avere vestiti e, temo, all’inizio del nuovo anno scolastico aumenteranno quelle di materiale didattico. Lo scorso anno, avevamo distribuito materiale didattico ad una trentina di famiglie: stavolta, credo che il loro numero sarà decisamente superiore». Per quanto riguarda il guardaroba solidale, la Casa della Carità è alla ricerca soprattutto di jeans, pantaloni di tuta, felpe, tshirt e biancheria intima, giocoforza in buono stato. Chi desiderasse dare una mano, può farlo ogni lunedì, dalle 14.30 alle 17, consegnando il materiale all’ingresso dal civico 30 della via Sicilia. Per informazioni ulteriori sulle attività proposte, è possibile scrivere una mail all’indirizzo info@casadellacaritaseregno.it.