Seregno: il sindaco Rossi, che lavorò con lui, racconta Cesare Romiti. «Quella volta che si commosse per una bisnipote che iniziava a camminare»

Il sindaco di Seregno Alberto Rossi ha lavorato con Cesare Romiti alla Fondazione Italia-Cina: «Non voleva che mi candidassi ma mi ha colpito la modalità quasi rassegnata ma in fondo affettuosa, con la quale reagì alla scelta». Romiti lasciò la Fondazione nello stesso giorno in cui Rossi venne proclamato sindaco»
Cesare Romiti, a destra, con Alberto Bombassei, suo successore alla presidenza della Fondazione Italia Cina
Cesare Romiti, a destra, con Alberto Bombassei, suo successore alla presidenza della Fondazione Italia Cina Paolo Colzani

«Mi sono scoperto dispiaciuto per la sua scomparsa molto di più di quanto mi aspettassi e mi sono tornate continuamente in mente davvero tante scene, aneddoti e situazioni che porterò con me. Tanti momenti di confronto ovviamente sul lavoro, ma anche sulla politica e sulla Cina, su cui aveva davvero avuto una visione quasi pionieristica».

Una delle persone che, sul territorio della Brianza, ha goduto dell’opportunità di stare più a contatto con Cesare Romiti, il manager spentosi martedì all’età di 97 anni, è stato senza dubbio Alberto Rossi, sindaco di Seregno dal 2018. A partire dal 2009, infatti, Rossi ha lavorato per la Fondazione Italia Cina, voluta proprio da Romiti, con gli incarichi di responsabile del marketing ed analista del Centro studi per l’impresa. «Tra il 2009 ed il 2015 -spiega il primo cittadino seregnese-, le occasioni di relazione e scambio non sono state molte, mentre sono state di più tra il 2015 ed il 2018. Di queste, due in modo particolare non le dimenticherò. La prima è il confronto in cui Romiti aveva insistito parecchio perché non mi candidassi a sindaco, una volta saputo di questa eventualità, e non solo per lo scenario per cui in caso di vittoria non avrei più lavorato per la Fondazione. Come poi è andata è noto a tutti, ma mi colpirono la modalità, quasi rassegnata ma in fondo affettuosa, con la quale reagì in seguito alla scelta di iniziare questo mio percorso ed il nostro saluto finale nel giorno in cui entrambi abbiamo lasciato la Fondazione, da lui creata 15 anni prima, quel 26 giugno 2018 in cui li si dimise dalla carica di presidente nella riunione del consiglio di amministrazione del mattino ed io venni proclamato sindaco nel pomeriggio».

Il secondo momento risale invece allo scambio degli auguri natalizi nel 2016: «In un clima particolarmente e quasi insolitamente familiare, mi chiese notizie di mia figlia Anita, nata un anno prima, e se già camminasse. Dopo avergli risposto sì, mi disse che poco tempo prima aveva seguito una sua bisnipote della stessa età iniziare a camminare e si era commosso, perché non aveva mai visto un bambino muovere i primi passi. Aveva gli occhi lucidi. Mi stupii nel provare un sentimento di tenerezza per lui, per la nostalgia che emergeva fortissima: la consapevolezza di aver atteso i 93 anni per vedere un bimbo camminare e quella in fondo di non aver saputo godere appieno, in una vita così piena e vissuta dal punto di vista professionale, del bene così grande degli affetti della famiglia. Ho sempre considerato quegli occhi lucidi come una sorta di insegnamento, forse non voluto: lavoro, lavoro, lavoro, come pretendeva lui, ma senza correre il rischio di avere rimpianti rispetto alla famiglia, senza dover mai arrivare ad avere occhi così lucidi. Ed ora che lavoro molto più rispetto a prima, nella grande fatica di trovare un equilibrio, quegli occhi lucidi sono una provocazione che mi viene in mente spesso, per evitare il rischio di non godermi la mia famiglia così come merita e per gustarmi la gioia di ogni piccolo primo passo».

La Fondazione Italia Cina è stata costituita a Milano l’11 novembre 2003 per volere di Cesare Romiti, con la finalità di migliorare l’immagine e le modalità della presenza dell’Italia in Cina e per realizzare un diverso posizionamento strategico-commerciale. La recente adesione e la partecipazione al consiglio da parte dell’Associazione delle Imprese cinesi in Italia ha reso bilaterale la missione operativa, che mira non solo al servizio delle imprese italiane in Cina, ma anche ad un riferimento per le imprese cinesi che hanno investito o sono interessate all’Italia. Romiti ha presieduto la Fondazione fino al 2018, quando ha ceduto il testimone ad Alberto Bombassei, cui quest’anno è subentrato Mario Boselli. Oggi i soci sono circa duecento, tra aziende italiane e cinesi, grandi gruppi e piccole realtà, nonché soggetti istituzionali. Nel 2006, a Pechino, la Chinese People’s Association for Friendship with Foreign Countries conferì a Romiti la cittadinanza onoraria della Repubblica Popolare Cinese, per il suo impegno nel rafforzamento dei rapporti bilaterali, mentre nel 2010 l’allora primo ministro cinese Wen Jabao lo premiò in occasione dell’anno della cultura cinese in Italia, tra le personalità che, nei 40 anni di relazioni diplomatiche tra le due nazioni, si erano prodigate con successo in attività di collaborazione e scambio.