Seregno e il «caso L’Espresso» Mariani va avanti, la Lega no

«Non mi dimetto, vado avanti. Sono solo calunnie. Vado avanti». È la posizione del sindaco leghista di Seregno, Giacinto Mariani, sul terremoto seguito all’inchiesta dell’Espresso sul suo presunto coinvolgimento col clan dei Casalesi. Giovedì le dimissioni di sei consiglieri della Lega.
Il sindaco di Seregno Giacinto Mariani
Il sindaco di Seregno Giacinto Mariani

«Non mi dimetto, vado avanti. Sono solo calunnie. Vado avanti». È la posizione del sindaco leghista di Seregno, Giacinto Mariani, sul terremoto seguito all’inchiesta dell’Espresso sul suo presunto coinvolgimento col clan dei Casalesi. Un terremoto che sta facendo tremare anche il Comune e che si allarga alla Brianza. Giovedì i sei consiglieri della Lega nord hanno presentato le dimissioni, lasciando solo il sindaco. Una mossa che però da sola non dovrebbe fare cadere il consiglio comunale.

Una tempesta scoppiata in seguito all’anticipazione di un’inchiesta del giornalista Fabrizio Gatti, pubblicata sul settimanale L’Espresso in edicola venerdì (leggi la notizia e guarda il video). Il giornalista ha intervistato il vicepresidente di Confindustria Monza e Brianza, Mario Barzaghi e in quella occasione aveva documentato di essere stato sequestrato e aver ricevuto minacce di morte. L’intervista era degenerata alla domanda sui rapporti d’affari che Barzaghi avrebbe avuto «dal 2010 al 2012 con una società sequestrata su richiesta della Procura antimafia di Napoli perché riconducibile a famosi prestanome dei clan della camorra», racconta il video. Una vicenda che coinvolgerebbe in rapporti col clan dei Casalesi anche i familiari del sindaco di Seregno Giacinto Mariani (Lega nord) e del capitano dei carabinieri di Seregno, Luigi Spenga.

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