Seregno: 70enne firma il contratto d’affitto di una casa, ma l’operazione si rivela una truffa

La donna ha versato un cauzione e la rata per il primo mese, pari a 2mila 100 euro complessivi, senza vedersi consegnare le chiavi dell'unità. Per questo, ha presentato una denuncia
La caserma dei carabinieri di piazza Prealpi a Seregno

«Chiedo a tutti la massima attenzione, per evitare che cadano nello stesso tranello in cui sono caduta io». Gabriella Granato, seregnese, classe 1954, conosciuta in città per il suo impegno di attivista nel Movimento 5 Stelle, che l’ha portata a candidarsi come consigliera comunale nelle amministrative del 2023, senza essere eletta, commenta così la vicenda che l’ha spinta a presentare una denuncia alla locale stazione dei carabinieri di piazza Prealpi.

Denuncia: Gabriella Granato ricostruisce l’intera vicenda

Gabriella Granato, seconda da sinistra, ad un banchetto del Movimento 5 Stelle, di cui è attivista

«Dovendo lasciare a breve la casa dove vivo per uno sfratto -racconta Granato-, tramite un’amica di mia figlia, che aveva letto un annuncio sui social, sono venuta a conoscenza della possibilità di affittare in via King, in zona Santa Valeria, un appartamento, per un corrispettivo di affitto di 700 euro al mese, comprensivo delle spese condominiali. Abbiamo così contattato la donna che aveva scritto il post e con lei ci siamo date un appuntamento per visitare l’unità immobiliare mercoledì 22 maggio. Dopo questo sopralluogo, essendo stata informata della prospettiva di poter disporre dell’alloggio a partire dalla metà di giugno, ho accettato la proposta di locazione. Il giorno dopo, giovedì 23 maggio, la mia controparte ed io ci siamo viste in un bar, per la firma del contratto. In questa sede, mi è stato chiesto di versare 1.400 euro come deposito cauzionale e 700 euro per il primo mese di affitto, richiesta che ho esaudito, con l’aiuto di mia figlia».

Denuncia: una schema d’azione già utilizzato in precedenza

Quando la necessità di un’abitazione pareva sul punto di essere soddisfatta, si è concretizzata la più amara delle sorprese: «Parlando con una mia amica, ho appreso che la donna con cui avevo firmato il contratto aveva già truffato altre persone in un passato anche recente, sempre con il solito schema: dopo aver firmato il contratto e ricevuto il bonifico, l’interessata si defila e le sue promesse di un rimborso si rivelano fasulle, poiché l’assegno postale che utilizza in proposito risulta al momento dell’incasso scoperto. Ora spero che altri non debbano vivere a loro volta ciò che ho vissuto io».