Pet therapy nel parco di Monza Asini per la sindrome di Moebius

Si chiamano Gaia, Odessa, Cipollina e Carotina. Sono quattro asine che da marzo vivono nel parco di Monza, presso l’azienda agricola di cascina san Giorgio. Con l’associazione “Passi e crinali” per aiutare i bimbi affetti da sindrome di Moebius.
Pet therapy nel parco di Monza
Asini per la sindrome di Moebius

Si chiamano Gaia, Odessa, Cipollina e Carotina. Sono quattro asine che da marzo vivono nel parco di Monza, presso l’azienda agricola di cascina san Giorgio e sono già diventate le beniamine dei bambini nelle attività con il Creda in cascina Mulini Asciutti. Non sono però solo animali simpatici che si lasciano spazzolare, amano le coccole e sono docili con tutti. Sono anche una vera terapia per anziani e bambini.

L’onoterapia (così si chiama la pet therapy con gli asini) è già molto diffusa in Francia , Stati Uniti e Svizzera e solo da poco si sta diffondendo nei centri di riabilitazione italiani. È un metodo di cura attivo che non permette mai di restare passivi o di isolarsi, si utilizza per quei pazienti che soffrono di disturbi della personalità, cardiopatici ed ipertesi, handicap motori, bambini ed anziani, malati psichiatrici e tossicodipendenti, detenuti, sieropositivi, audiolesi, non vedenti, persone con problemi di ansia, stress, solitudine, accettazione e disarmonia emotiva.

A Monza l’onoterapia è arrivata grazie all’associazione “Passi e Crinali” che ha già maturato esperienze con malati di Alzheimer e Parkinson, e dalle prossime settimane inizierà un percorso con i bambini affetti da sindrome di Moebius e le loro famiglie. Il progetto, sostenuto dalla fondazione della comunità di Monza e Brianza con l’associazione italiana sindrome di Moebius e “Passi e crinali” si svilupperà in più fasi.

«Ci occuperemo all’inizio di una decina di bambini tra i 3 e i 10 anni della provincia di Monza e Milano – spiega Michele Giussani, dell’associazione – inizialmente farò visita alle famiglie per un primo incontro e per illustrare l’attività. Poi ci saranno alcuni momenti nel parco che sono pensati per tutta la famiglia, per vivere insieme un momento piacevole in cui tutti sono sullo stesso livello perché devono imparare a rapportarsi con l’asino. Concluderemo la giornata con una breve passeggiata e un pic nic nel verde».

L’onoterapia sfrutta alcune caratteristiche proprie dell’asino come la taglia ridotta, la pazienza, la morbidezza al tatto, la lentezza di movimento per entrare in comunicazione con il paziente . «Abbiamo già avuto esperienze positive con i malati di Alzheimer e di Parkinson – spiega Giussani- che lavorano sul piano emotivo».. Nel caso dei bambini con sindrome di Moebius l’attività di onoterapia aiuterà ad aumentare la fiducia in se stessi e il senso di responsabilità di doversi prendere cura da soli di un animale.