Non può uscire dalla casa Aler di Monza a causa delle barriere architettoniche

Come essere agli arresti domiciliari, ma senza una pena da scontare: così vive una donna di Monza che ha abbattuto le barriere architettoniche nella sua casa Aler, ma non può uscire senza aiuto.
Una delle rampe chela monzese non può attraversare da sola
Una delle rampe chela monzese non può attraversare da sola Fabrizio Radaelli

È segregata nella sua casa senza barriere architettoniche e ostacoli, perché appena esce dal cancello dovrebbe percorrere una ripida salita. Una vita agli “arresti domiciliari”, malgrado non abbia alcuna pena da scontare, quella che da anni vive Maria Favret, ottantenne che risiede nel complesso Aler di via Zara 14.

La donna, costretta sulla sedia a rotelle, può uscire di casa soltanto se accompagnata da qualcuno forzuto che la spinge. «Devo affidarmi all’aiuto del mio genero – racconta – Da sola non posso certo uscire. Anche mia figlia fatica a spingere la carrozzina, e se piove e sono magari obbligata ad andare in ospedale per una visita, la doccia è assicurata». Il problema, infatti, riguarda entrambe le uscite. A quella principale si accede tramite uno scivolo realizzato dall’Aler: ma una volta arrivati al cancello per raggiungere il marciapiede bisogna percorrere una salita particolarmente ripida. La situazione non cambia neppure se l’anziana decide di passare dall’ingresso secondario. In quel caso per raggiungere il parcheggio deve percorrere una salita, più breve ma ancor più in pendenza, piena di dislivelli.

«È da anni che segnalo il problema al responsabile condominiale e all’Aler – sbotta la figlia Loredana – Ho anche presentato il preventivo per la realizzazione di uno scivolo a norma, per uscire dall’ingresso secondario. Il tutto per un costo di circa 7mila euro». Ma l’Aler non ha soldi e ha proposto all’inquilina di cambiarle alloggio. «Assolutamente no – continua Loredana – Abbiamo speso soldi per abbattere tutte le barriere architettoniche in casa. E dopo quarant’anni che mia mamma vive in quell’appartamento dovrebbe cambiarlo per poi investire altro denaro per metterlo a norma».

Una battaglia che Maria Favret porta avanti anche per altri inquilini. «Non sono la sola che fa fatica a uscire di casa – conclude – Io sono sulla sedia a rotelle, ma ci sono anche anziani con le stampelle e il deambulatore per i quali questa palazzina è diventata una prigione». Ma Aler ribadisce la possibilità di intervenire solo con il cambio di alloggio. «Possiamo offrire alla signora un alloggio a Monza privo di barriere architettoniche – spiega Carola Airoldi, responsabile dell’Unità operativa dell’Aler di Monza e Brianza – Di recente abbiamo effettuato sopralluoghi nello stabile di via Zara. Non ci sono possibilità di intervento sulla sistemazione delle pendenze, ma Aler garantisce una nuova casa senza barriere» .