Morte bimba dimenticata in auto, l’allarme di Salvagente: «Tecnologia sulla macchina, non sul seggiolino»

L'associazione Salvagente torna a chiedere una legge efficace dopo la morte della bimba di un anno nell'auto dove il padre l'aveva dimenticata.
Seggiolini auto bambini
Seggiolini auto bambini

La morte della bimba di un anno a Marcon, nell’auto dove il padre l’aveva dimenticata sotto il sole rovente prima di andare al lavoro, risolleva drammaticamente la questione dell’amnesia dissociativa. Non una semplice dimenticanza ma una perdita della memoria causata spesso dallo stress che determina l’incapacità di ricordare informazioni personali importanti. Come la presenza di un neonato in auto. Succede in ogni parte del mondo, è già successo, e ogni volta l’associazione Salvagente guidata dal monzese Mirko Damasco rilancia l’urgenza ormai non più prorogabile di un intervento a livello nazionale.

Morte bimba dimenticata in auto, l’allarme di Salvagente: serve una legge più efficace

«Sapevamo che sarebbe successo di nuovo – si legge in un post sul profilo Facebook di Salvagente poche ore dopo la tragedia – È la dimostrazione di quanto serva la legge fatta male sui dispositivi antiabbandono. Sono già due i morti con questa fantasmagorica legge che abbiamo sempre contestato. La tecnologia va installata sulla macchina e non sul seggiolino».

Una battaglia, quella per il traguardo di una legge più efficace di quella esistente e che coinvolga in prima battuta i costruttori delle case automobilistiche, che Salvagente promuove da anni, attraverso incontri, corsi e i numerosissimi post dedicati all’argomento.

«Queste sono morti prevedibili, e che non muove un dito per evitarle non dovrebbe dormire la notte. Altro che tragedie, sono eventi che possono colpire tutti e che possono essere prevenuti».

L’allarme di Salvagente anche sui bambini nei centri estivi: «Dall’1 giugno già 19 morti annegati»

E in queste ore un’altra drammatica morte ha sconvolto l’opinione pubblica, quella della bambina di 7 anni annegata nel lago del bioparco di Caraglio, nel Cuneese, dove si trovava con il centro estivo. «Dal 1° giugno sono già 19 i morti annegati, diciannove – sottolinea SalvagenteE la politica non fa nulla e nemmeno i responsabili dei centri estivi. Dobbiamo porre subito rimedio a un problema che sta facendo una strage. Altro che soffocamento».