Monza: no del tribunale al sequestro, per il Foa Boccaccio resta solo l’ipotesi sgombero

Il tribunale del riesame di Monza ha negato il sequestro dell’area di via Timavo a Monza da un anno e mezzo abusivamente occupata dal centro sociale
Il Foa Boccaccio di via Timavo a Monza

Il tribunale del riesame di Monza ha negato il sequestro dell’area di via Timavo a Monza da un anno e mezzo abusivamente occupata dal centro sociale Foa Boccaccio. La notizia è degli ultimi giorni ed è stata rilanciata sui social anche dagli antagonisti: “Accogliamo questa decisione senza trionfalismi e senza abbassare la guardia rispetto a una possibilità di sgombero – hanno scritto nel pomeriggio di martedì – Restano indagati per presunti reati connessi all’occupazione quattro compagni. Al di là della sentenza, la difesa dello spazio autogestito dovrà confrontarsi nel medio e lungo periodo con un contesto politico ostile, sia per la deriva reazionaria intrapresa dalla giunta Pilotto, sia per gli interessi economici che riguardano via Timavo 12”.

Monza, l’area di via Timavo in passato era un deposito comunale di bus

L’area in passato ha ospitato un deposito comunale di pullman e autobus e, prima ancora, un deposito di carta e di legname. Dopo decenni di abbandono, i privati proprietari dell’area nel 2018 avevano firmato una convenzione con il Comune di Monza per un piano attuativo che prevedeva la realizzazione, per lo più, di spazi residenziali (oltre a una vasca ipogea per arginare eventuali esondazioni del Lambro). Dall’occupazione, avvenuta nel luglio dell’anno scorso, ogni attività di recupero è stata bloccata, con conseguenti danni economici e professionali. A chiedere di mettere i sigilli all’area era stata la procura di Monza: dopo l’esposto presentato dalla proprietà, la magistratura ha aperto un’inchiesta per i reati di occupazione e di furto di energia elettrica.

Monza, i residenti vogliono un incontro con Comune, prefettura e questura

La richiesta di sequestro preventivo era già stata negata nelle scorse settimane, perché si era ritenuto che non ci fossero i presupposti per avviare un’azione del genere, visto che lo stesso risultato si sarebbe potuto ottenere con uno sgombero da parte delle forze dell’ordine. La Procura, però, non si era dimostrata d’accordo e si è rivolta ai giudici del riesame che, invece, hanno confermato la mancata opportunità di concedere un sequestro preventivo dell’area. E se gli antagonisti del Boccaccio precisano che “occupare aree destinate a speculazioni è giusto”, perché “la difesa di via Timavo 12 è parte integrante della battaglia contro le scelte urbanistiche iscritte nel pgt Scanagatti e aggravate dalla giunta Allevi”, dall’altra parte i residenti di via Timavo e dintorni, attraverso il legale che, nel corso dei mesi, li ha aiutati a depositare querele e raccolte firme, si preparano a chiedere un incontro al Comune di Monza, alla prefettura e alla questura: l’unica soluzione per riportare la pace e tranquillità in zona, sembra essere infatti quella di arrivare a uno sgombero.