Monza, il quartiere Regina Pacis protesta contro il taglio dei bagolari

Il quartiere monzese di Regina Pacis protesta a difesa dei bagolari di via Buonarroti destinati al taglio. Il comitato SaicosavorremmoinComune ha risposto con messaggi sui tronchi e la richiesta di un incontro con l’amministrazione comunale.
No abbattimento alberi via Buonarroti Monza
No abbattimento alberi via Buonarroti Monza

Il quartiere monzese di Regina Pacis protesta a difesa dei bagolari di via Buonarroti destinati al taglio. Gli alberi interessati sono in un tratto segnalato da nastro biancorosso, cartelli del comune e divieti di sosta. Il comitato SaicosavorremmoinComune ha risposto con messaggi sui tronchi e la richiesta di un incontro con l’amministrazione comunale.

Perché quelle piante caratterizzano la zona e «in particolar modo gli assi stradali via Buonarroti via Foscolo, e pertanto è necessario che la trasformazione del predetto paesaggio debba tenere conto del parere democraticamente espresso da parte dei residenti». Anche per il ruolo anti-inquinamento svolto lungo una strada trafficata.

Monza, il quartiere Regina Pacis protesta contro il taglio dei bagolari
No abbattimento alberi via Buonarroti Monza

«Preso atto del taglio delle piante ubicate in via Buonarrotti, prospicienti l’attività commerciale Iperbimbo – si legge in una nota – nella giornata di domenica 1 novembre 2020 il Comitato di quartiere ha invitato il Comune di Monza, con comunicazione inviata mediante Pec, a incontrare la cittadinanza per illustrare le motivazioni che hanno spinto lo stesso a decidere l’abbattimento delle piante senza preventivamente informare il quartiere e senza dare spiegazioni di sorta».

Il comitato chiede anche che «la consulta di quartiere sia coinvolta nell’acquisizione della documentazione relativa alle perizie che hanno determinato l’abbattimento».

«La tutela di alberi di queste dimensioni deve essere una priorità per l’Amministrazione Pubblica, che dovrà provvedere ad attuare tutte le possibili procedure per salvaguardare il patrimonio arboreo a vantaggio di una biodiversità oggi quanto mai irrinunciabile. A mero titolo esemplificativo si contesta che l’abbattimento di piante del genere possa essere sostituito dalla ricollocazione di altre piante, di diversa natura, oltretutto in altre zone, e con scarsa probabilità d svilupparsi (quasi la metà muore entro i 2 anni se non opportunamente curate) lasciando scoperte le fasce urbane con maggiore densità di costruzioni», conclude la lettera.