Monza, disastro Lombarda Petroli «I cugini Tagliabue non c’entrano»

“Non è nostro compito indicare il responsabile, il nostro compito è dirvi che non siamo stati noi”. Si difendono i cugini Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, i petrolieri brianzoli proprietari dell’ex raffineria Lombarda Petroli accusati di disastro doloso in relazione allo sversamento di idrocarburi nel Lambro di 4 anni fa.
La Lombarda Petroli di Villasanta
La Lombarda Petroli di Villasanta

“Non è nostro compito indicare il responsabile, il nostro compito è dirvi che non siamo stati noi”. Si difendono i cugini Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, i petrolieri brianzoli proprietari dell’ex raffineria Lombarda Petroli, poi trasformata in deposito di carburanti alle porte di Monza, accusati di disastro doloso in relazione allo sversamento di idrocarburi nel Lambro di 4 anni fa. I legali Giacomo Gualtieri e Attilio Villa ne hanno chiesto l’assoluzione, sentenza attesa il prossimo 22 settembre. “Il dibattimento ha dimostrato che non c’era attività di commercio di prodotti petroliferi in nero quindi non può sussistere il movente di natura fiscale così come contestato dalla procura”, ha detto l’avvocato Villa. “Anche perché alla Lombarda non c’erano prodotti propri, ma di terzi che utilizzavano lo stabilimento di Villasanta come deposito di stoccaggio”. Quale poteva essere dunque, l’interesse della proprietà a provocare volutamente lo sversamento di tonnellate di gasolio e olio minerale, (come sostiene la procura) che raggiunsero il depuratore di Monza, mettendolo fuori uso, fino al raggiungere il Lambro? Non sicuramente quello di coprire ammanchi di prodotto per evitare sanzioni fiscali, per le difese. L’avvocato Gualtieri, riferendosi alle indagini sull’individuazione dell’autore materiale dell’apertura dei rubinetti, ha considerato le stesse “insufficienti a dimostrare la responsabilità degli imputati”.