Meda: addio a Felicita Giudici, che con l’arte di impagliare sedie divenne imprenditrice

Meda ha detto addio in estate a Felicita Giudici, classe 1927, artigiana della prima ora ed ex consigliere comunale.
Meda Felicita Giudici
Meda Felicita Giudici

Meda ha detto addio in estate a Felicita Giudici, classe 1927, artigiana della prima ora ed ex consigliere comunale. L’arte di incannare e impagliare sedie, l’apprese in casa dove, come in quasi tutte le famiglie medesi, le donne aiutavano la povera economia domestica con questi lavori che permettevano di accudire contemporaneamente figli, nonni, animali del cortile e pensare alle faccende domestiche. In una piccola bottega si produceva di tutto: sedie, panchette e anche poltrone impagliate per i convalescenziari; la materia prima arrivava in balle con un vagone ferroviario da Pozzolengo.

Meda: addio a Felicita Giudici, fu anche consigliera comunale per la Democrazia Cristiana

Negli anni divenne imprenditrice e lavorava la canna perfino per divani a tre posti e per tutte le aziende di Meda e Cabiate. Poi, nell’arredamento cambiarono le mode, e i suoi capolavori finirono nelle poche aziende che producevano e producono tuttora, lavori impagliati. Ma Felicita Giudici non è stata solo maestra di canne e paglia, è stata anche consigliere comunale per la Democrazia Cristiana dal 1970 al 1975 con la giunta presieduta dal sindaco Fabrizio Malgrati. Lei era appartenente alla corrente degasperiana e si era già occupata di alcune questioni sociali nell’allora E.C.A. l’Ente Comunale di Assistenza.

Ancora oggi si interessava di politica, ma raccontava che “i tempi sono cambiati anche in questo campo: una volta si litigava ma per costruire qualche cosa, ora si litiga e basta, anzi a volte si distrugge”. Non se la sentiva di incoraggiare i giovani in questa esperienza lavorativa: troppo impegno e troppa poca resa, ma certamente auspicava davvero che nulla andasse perso. Un esempio di donna, una medese che ha saputo impegnarsi per l’emancipazione femminile e che lascia un ricordo di sé profondo e di stima.