L’ultimo saluto a don Elio Burlon in san Babila, la chiesa dei primi cristiani

A celebrare le esequie il vescovo Luca Raimondi, che era stato il suo prete dell'oratorio. Sulle panche molti fedeli da Desio e Nova Milanese.

L’ultimo abbraccio a don Elio Burlon, sabato mattina, 20 luglio, all’alba, è avvenuto nella millenaria chiesa di san Babila, nel cuore di Milano: la città natale dove si era ritirato dopo il congedo dal mandato, durato 14 anni, nella comunità di Desio. A celebrare il rito funebre, tra pietre dove la fede cristiana è viva da quasi due millenni, è arrivato il vescovo Luca Raimondi. Per sei anni don Luca era stato il prete dell’oratorio di don Elio, quando era parroco nella basilica dei santi Siro e Materno.

Nel giorno del suo funerale, era piena la grande chiesa di san Babila: sulle prime panche, i tanti sacerdoti che lo avevano conosciuto e amato: tra loro, il successore a Desio, il vicario episcopale di Lecco don Gianni Cesena, l’attuale responsabile della comunità pastorale di Desio, don Mauro Barlassina e don Giuseppe Maggioni, che per molti anni ha collaborato con lui all’oratorio Beata Vergine immacolata. Tanti i fedeli di Desio, Nova Milanese e Milano che hanno raggiunto il centro di Milano per l’ultimo saluto. Particolarmente intenso il momento in cui i fedeli, nella camera ardente, hanno pregato stretti attorno alla cassa, ancora aperta, che conteneva le sue spoglie senza vita.

L’ultimo saluto a don Elio Burlon: tanti i fedeli giunti per il rito funebre da Desio e Nova

Per il suo rito funebre, Burlon ha scelto tutte letture dedicate alla Risurrezione: «I soli giorni che contano per un cristiano – ha detto il vescovo Raimondi – quelli veramente autentici, decisivi e importanti. Don Elio ha interpretato lo spirito di servizio del vero sacerdote, chiamato ad aiutare i fratelli nella fede a scoprire la loro dignità di figli, nel Figlio. Quando Gesù muore sulla croce, emette un grido. In un’epoca di indifferenza per le cose di Dio – che poi è quella di sempre – il significato della presenza di un prete è di emettere quel grido, per risvegliare l’uomo e fargli scoprire la sua dignità di figlio di Dio».

Don Elio Burlon,  morto giovedì 18 luglio, era nato a Milano nel 1940 e ordinato sacerdote nel 1964. Dal 1964 al 1970 era stato vicario parrocchiale a Milano a santa Maria annunciata in Chiesa Rossa; dal 1970 al 1982 vicario parrocchiale a Milano al santissimo Redentore; dal 1982 al 1989 parroco a Nova Milanese dove  fondò la parrocchia di san Giuseppe; dal 1989 al 2002 è stato parroco a Milano in sant’Anna matrona; dal 1995 al 2002 referente del decanato Vercellina e prefetto a Milano Ovest; dal 2002 al 2010 parroco a Desio nella comunità dei santi Siro e Materno; dal 2016 residente con incarichi pastorali a Milano nella comunità pastorale Santi profeti; dal 2017 Canonico effettivo e penitenziere del capitolo della basilica di san Babila a Milano.

L’ultimo saluto a don Elio Burlon: il messaggio dell’arcivescovo di Milano Delpini

A ricordarlo con un messaggio anche l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini: «Nel suo ministero ha praticato una dedizione generosa e costante. Convinto e affascinato dalla ricchezza inesauribile della Parola delle Scritture, ne ha coltivato con interesse sempre vivo l’approfondimento delle conoscenze e ne ha fatto ispirazione per la predicazione e l’insegnamento. È stato un pastore caratterizzato da una serietà affettuosa e da una sobria disponibilità. Ha affrontato responsabilità gravose e situazioni complicate, animato da spirito di fede e da coscienziosa tenacia. Anche negli anni della malattia ha mostrato il desiderio di continuare a servire, a pregare, a essere testimone del Signore a cui ha dedicato tutta la sua vita».