Limbiate, alveare gigante ai giardini Deve intervenire la Protezione civile

C’è voluta oltre un’ora di lavoro ma è stata portata a termine con successo la delicata operazione del gruppo di Protezione civile di Limbiate. I volontari hanno rimosso un grosso alveare da un abete situato nell’area verde di via Solferino.
La Protezione civile al lavoro ai giardinetti di Limbiate.
La Protezione civile al lavoro ai giardinetti di Limbiate.

C’è voluta oltre un’ora di lavoro ma è stata portata a termine con successo la delicata operazione che ha avuto come protagonista il gruppo di Protezione civile di Limbiate. I volontari hanno rimosso un grosso alveare da un abete situato nell’area verde di via Solferino. L’intervento non era affatto semplice sia perché il favo aveva raggiunto dimensioni notevoli, 70 cm di altezza e 80 di larghezza, sia perché era posizionato a circa dieci metri dal suolo. Le api con ogni probabilità avevano iniziato a costruire la loro “casa” da almeno quattro mesi ma nessuno se ne era accorto.

L’allarme di un cittadino

Solo ad inizio agosto un cittadino che risiede nelle vicinanze aveva visto uno sciame sollevarsi da quello che pensava che fosse un nido di uccelli e così ha chiamato la Polizia locale, la quale ha subito girato la segnalazione alla Protezione civile. Il gruppo è entrato in azione non appena sono arrivate sul posto due camion dotati di braccio meccanico. Dopo aver indossato l’abbigliamento tipico degli apicultori, Alfonso Di Marco ed Emilio Figini, due tra i volontari più esperti, hanno raggiunto con la piattaforma mobile i dieci metri di altezza. Qui hanno iniziato a tagliare i rami vicini all’alveare con un tronchese e un seghetto, gettando del fumo con uno stantuffo per anestetizzare e quindi rendere più calme le api.

La fase più delicata

Una volta arrivati al favo, l’operazione è entrata nella sua fase più delicata. I due uomini di Protezione civile, dopo averlo legato in modo da evitare che cadesse a terra, hanno reciso il ramo con l’alveare e lo hanno riposto delicatamente in una cassetta che precedentemente era stata posizionata nella seconda piattaforma mobile. Terminata questa operazione i due volontari sono scesi a terra lasciando però il contenitore, chiuso ermeticamente, a dieci metri di altezza per qualche minuto. Questo accorgimento si è reso necessario per evitare che le api uscite dall’alveare lo seguissero fino a terra.

Ora in un apiario

Dopo questa breve attesa, la cassetta contenente il favo è stata presa in carico dalla Protezione civile che l’ha poi consegnata ad un apiario. Quest’ultimo le custodirà almeno fino alla prossima primavera. Ruggero Battagia, coordinatore della Protezione civile, è molto soddisfatto per avere portato a termine l’operazione con successo. «Era la prima volta che facevamo un intervento del genere. Poteva essere rischioso ma tutto è andato bene. Sapevamo come muoverci perché abbiamo seguito un corso per apicultori».