Avrebbe coinvolto un idraulico monzese in una serie di affari immobiliari, garantendogli profitti sicuri. Viceversa,si sarebbe tenuta l’equivalente di 150mila euro di assegni versati dal monzese, senza alcun ritorno economico per quest’ultimo. Un altro processo per M.V. imprenditrice immobiliare lesmese: martedì era nuovamente a giudizio con l’accusa di truffa. Nei confronti dell’imputata già tre anni fa era stata eseguita un’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari: vittime, in quel caso, erano due anziani di Lesmo, che si erano rivolti alla donna nel maggio 2009 per conferirle il mandato a vendere il loro immobile; atto firmato il 20 maggio in uno studio notarile di Monza. Nel frattempo, si erano trasferiti in un appartamento di Usmate, che la donna arrestata sosteneva essere di sua figlia. In realtà, per quella casa l’imputata aveva sottoscritto un preliminare di compravendita, ma aveva poi rinunciato all’acquisto. Aveva invece venduto, nel giugno 2010, la villa di Arcore dei due anziani a 200mila euro, come avrebbero scoperto i due, quando, recatisi davanti alla loro casa, si erano trovati gli operai al lavoro per fare delle ristrutturazioni. Questo nonostante l’imprenditrice sostenesse che la villa non fosse venduta, salvo poi rendersi irreperibile. Di qui la denuncia, e l’arresto, con l’accusa di truffa aggravata. Era seguita poi un’altra denuncia, ancora da parte di due coniugi brianzoli di Arcore, suoi ex vicini di casa prima che la stessa si trasferisse a Lesmo. Vicenda per la quale aveva procurato loro un danno da 300mila euro, e per la quale era stata condannata.