La Direzione investigativa antimafia: “Narcotraffico tra dark web e comunicazioni cryptate”

Presentata al Parlamento la relazione della Direzione investigativa antimafia relativa ai risultati conseguiti nel primo semestre 2023
Dia Direzione investigativa antimafia immagini generiche da video istituzionale su sito Dia
Dia Direzione investigativa antimafia immagini generiche da video istituzionale su sito Dia

Presentata al Parlamento la relazione della Dia (Direzione investigativa antimafia) relativa sull’attività svolta e risultati conseguiti nel primo semestre del 2023 a livello nazionale. In Lombardia nel periodo di riferimento le indagini hanno riguardato soprattutto l’ambito degli stupefacenti, narcotraffico transnazionale sempre più sofisticato che usa dark web e piattaforme di comunicazione cryptografate per eludere le forze dell’ordine.

La relazione della Dia: in Lombardia prevenzione su Pnrr e Olimpiadi invernali

Si è inoltre sviluppata da parte di forze di polizia e Dia una attività preventiva “mediante verifiche antimafia” nei confronti di imprese interessate alle opere collegate al Pnrr e connesse alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Il metodo utilizzato dalle associazioni criminali “in un modello economico produttivo efficiente e trainante” come quello lombardo è l’infiltrazione nel tessuto “ottima opportunità di riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti”.

La “ndrangheta” (che conterebbe su 24 “locali”) vede nella regione “un consenso sociale in crescita” mentre nel periodo le Prefetture lombarde hanno emesso 25 provvedimenti interdittivi antimafia, 12 dei quali hanno riguardato contesti di criminalità organizzata calabrese in settori come le costruzioni, la ristorazione, il trattamento dei rifiuti, il settore immobiliare e quello dei trasporti.

La relazione della Dia, in Brianza le operazioni Crypto e Maestrale Carthago

Tra le operazioni citate, c’è Crypto, che a giugno aveva portato i carabinieri a effettuare arresti anche in Brianza, tra Muggiò, Cesano, Giussano e Carate Brianza nei confronti di un gruppo complessivo di 15 persone, italiane e straniere, accusate di narcotraffico dalla Spagna.

E poi “Maestrale Carthago”, risalente a maggio, che in Calabria, a Vibo, aveva portato al fermo di 61 persone “appartenenti alle principali famiglie ndranghetiste di quella provincia” indiziate a vario titolo di associazione mafiosa e, tra l’altro, “scambio elettorale politico mafioso”. Due indagati, ritenuti affiliati al ”locale di Mileto” sono risultati residenti in Brianza.