«Io, architetto per Fratel Ettore E’ come quando ci si innamora»

Il professionista medese Giovanni Zonghi Lotti e il suo impegno per la realizzazione del Villaggio delle misericordie, una delle tante strutture dell’Opera Fratel Ettore, in fase di completamento negli spazi dell’ex ospedale Paolo Pini. «E’ come quando ci si innamora, non si sa il perché».
Giovanni Zonghi Lotti
Giovanni Zonghi Lotti

L’hanno definito l’architetto dei poveri per il suo impegno legato all’opera di Fratel Ettore ma lui, Giovanni Zonghi Lotti, preferisce definirsi semplicemente un architetto, innamorato del suo lavoro e del progetto che da mesi lo sta tenendo impegnato: il villaggio delle misericordie. “ Sono venuto a conoscenza di questo progetto grazie a Felice Asnaghi e dopo i primi incontri con Suor Teresa (che oggi gestisce Casa Betania a Seveso e porta avanti tutte le opere di Fratel Ettore) mi sono subito appassionato alla storia e alle persone che erano coinvolte – spiega – ho scelto così di rendermi disponibile per il progetto a titolo di volontariato senza pensarci troppo. Non so perché l’ho fatto. E’ un po’ come quando ci si innamora, non si sa mai il motivo vero che ti porta ad amare quella persona. Se si conoscessero tutte le ragioni, non sarebbe amore. In tutti i lavori che ho fatto ho sempre scelto l’onestà, non ho mai guardato a chi ha il portafogli più pieno”.

Il villaggio delle misericordie si tratta di una delle tante strutture dell’Opera Fratel Ettore, già stalle dell’ex ospedale Paolo Pini, la cui realizzazione risale alla seconda metà dell’800. Il Villaggio, che nella sua storia ha raggiunto una capienza massima di circa centoquaranta persone, è composto da sei caseggiati: una stalla, una porcilaia, una palazzina di due piani, due edifici pertinenziali e una cappella. La stalla e la porcilaia sono gli edifici più antichi, utilizzati, tutt’oggi come dormitorio per gli ospiti esterni e i collaboratori. La palazzina, invece, ha accolto i primi malati di Hiv e successivamente è diventata dormitorio per donne o per gruppi residenziali a seconda delle esigenze emergenti. Gli edifici pertinenziali, infine, sono destinati a magazzino, lavanderia e officina. “ Ho iniziato a lavorare al progetto lo scorso ottobre e sarà concluso entro un anno – continua – siamo partiti con alcuni interventi necessari come il consolidamento statico e il rifacimento degli impianti e delle pavimentazione. Ma ancora molto c’è da fare per rendere agibili e accoglienti le varie case. Si tratta di un progetto completamente autofinanziato quindi l’aiuto di tutti e sempre ben accetto”.

Al momento infatti, l’opera ha a disposizione circa 350mila euro, cifra che dovrebbe servire per l’analisi e lo studio del progetto esistente, della riqualificazione e del progetto di riuso e, infine, per la pianificazione e l’esecuzione dei lavori. Il villaggio è composto anche di una piccola chiesa, già funzionante e che nella facciata ricorda la chiesa di Medjugorje, e di un teatro anch’esso già attivo: il 25 marzo scorso sono stati ufficialmente inaugurati gli spettacoli del teatro delle marionette realizzato dagli stessi ex senza tetto.