Intelligenza artificiale, lavori a rischio e opportunità: il punto della Cisl Monza Brianza Lecco

La Cisl Monza Brianza Lecco ha organizzato un incontro per affrontare la tematica della intelligenza artificiale rapportata al lavoro
Il tavolo dei relatori dell’incontro sull’intelligenza artificiale

Una sfida da affrontare con una preparazione adeguata senza farsi prendere dal panico e con la consapevolezza che ogni transizione deve essere correttamente accompagnata. Cisl Monza Brianza Lecco ha dedicato una mattinata di approfondimento sul tema “Lavoro e intelligenza artificiale: opportunità e rischi, strumenti e prospettive”.

L’appuntamento si è aperto con un contributo video appositamente preparato dall’euro-parlamentare Brando Benifei, relatore dell’AI Act dell’Unione Europea, approvato lo scorso 13 marzo. Numeri alla mano, nei prossimi 24-36 mesi l’intelligenza artificiale impatterà sul 35% delle professioni mettendo a rischio 300 milioni di posti di lavoro in tutto il pianeta.

Intelligenza artificiale, incontro Cils Monza Brianza Lecco: l’importanza dei dati

“Il mondo si sta evolvendo in modo molto veloce- ha sottolineato Mauro Quaini, CEO di PuntoCom Group– per questo occorre stare al passo ed evolverci anche noi”. Alessandra Ingrao, professore associato dell’Università degli studi di Milano, ha definito i dati “l’oro nero del nostro secolo” per il potere decisionale che essi detengono e ha illustrato alcuni esempi. Una nota azienda ha riscontrato una discriminazione di genere nell’assunzione di dipendenti in ruoli apicali poiché l’algoritmo che selezionava i curricula dei candidati non era in grado di riconoscere sostantivi e aggettivi declinati al femminile. Quindi, un ipotetico dottor o professor Rossi veniva automaticamente preferito alla dottoressa o professoressa Bianchi di turno. Gli algoritmi rivestono già da tempo un’importanza fondamentale nella gestione delle piattaforme, come quelle dei ciclo-fattorini.

Intelligenza artificiale, incontro Cils Monza Brianza Lecco: gli algoritmi possono anche discriminare

“Essi profilano i lavoratori, li geolocalizzano, sanno quanto e quando le persone hanno lavorato-ha ribadito la docente-ed è il sistema, in base ai dati incamerati, che decide se quell’individuo continuerà a lavorare. Gli algoritmi selezionano i più veloci, i più affidabili, quelli che decidono di lavorare anche in orari “scomodi”. Questa modalità crea problematiche anche a livello sindacale perché non distingue tra lavoro autonomo e lavoro subordinato. Anzi, impartisce dei veri e propri ordini ai quali non dovrebbe essere soggetto colui che non è dipendente. Inoltre, dato che non si conoscono i motivi delle assenze discrimina chi sciopera o chi sta male. E non solo, discrimina per genere perché di solito vengono favoriti gli uomini più giovani e agisce anche sulla base delle recensioni della clientela.

In alcuni settori vengono attuate profilazioni per organizzare meglio il lavoro, per inserire, ad esempio, nei turni persone che lavorano bene insieme. “Il sindacato-ha sottolineato Ingrao– oltre a formarsi sulle normative in vigore riguardanti l’intelligenza artificiale deve creare figure ad hoc coinvolgendo i lavoratori su queste tematiche. Così come esistono rappresentanti della sicurezza dovrebbero esserci rappresentanti per la privacy e protezione dei dati attenti all’uso dell’intelligenza artificiale”. Secondo Cisl è importante far prevalere la sostenibilità sociale del cambiamento a quella economica, garantendo posti di lavoro e reddito, partecipando ai tavoli delle decisioni aziendali