Incidenti stradali a Monza e Brianza: «Servono gli psicologi del traffico»

Parla il presidente dell'associazione 2nove9, Roberto Cancedda: ecco quali sono le strade più a rischio in provincia.
Monza uno dei mazzi di fiori deposti in viale Battisti nel punto dell'incidente in cui sono morte due persone
Monza uno dei mazzi di fiori deposti in viale Battisti nel punto dell’incidente in cui sono morte due persone

Diverse strade di Monza e Brianza sono pericolose e a dirlo non è solo l’associazione 2Nove9 delle Vittime di incidenti stradali, ma sono i numeri. Partendo proprio dall’ultima strada teatro di un incidente mortale plurimo il presidente del sodalizio Roberto Cancedda spiega che «è possibile notare che lungo e in prossimità delle intersezioni che interessano la direttrice denominata viale Cesare Battisti sono stati registrati circa 200 sinistri stradali rilevati dalle forze dell’ordine dal 2013 al 2021, con una media di 25 all’anno lungo i 1.370 metri percorribili e relative adiacenze».

In questi dati ovviamente non sono compresi i sinistri non dichiarati o quelli risolti con compilazione di Cai (constatazione amichevole) tra i conducenti dei veicoli coinvolti. «Premettendo che gli utenti della strada devono rispettare il codice della strada, mantenere distanza di sicurezza, procedere a una velocità consona alle condizioni in cui versa l’infrastruttura e in relazione alla visibilità, rispettando le precedenze spesso dettate dalle intersezioni semaforiche, possiamo notare che l’attuale conformazione della strada non consente piena visibilità alle intersezioni e che questo pregiudica l’esito positivo di qualsiasi manovra di emergenza da parte degli utenti della strada in caso di pericolo» ha aggiunto Cancedda.

Incidenti stradali a Monza e Brianza: psicologi del traffico e strade a rischio

«Bisogna che i Comuni e la Provincia – ha aggiunto – si affidino a professionisti per ridisegnare l’ergonomia delle strade chiamando anche gli psicologi del traffico che sono figure che non studiano solo il tracciato, ma anche la percezione che l’automobilista ha quando affronta una strada. Ad esempio, se lungo il tragitto si inserisce una strettoia è più semplice che la vettura rallenti. Bisogna anche inserire molti più guardrail per evitare che i mezzi si schiantino sui lati delle carreggiate con ostacoli fissi».

A proposito di strade pericolose Cancedda, sempre restando nel capoluogo, cita anche «viale Stucchi, viale Delle Industrie, via Buonarroti, viale Elvezia con i suoi svincoli e l’uscita della tangenziale». Non mancano nel novero anche la Valassina e l’A35 dove Cancedda sostiene «serva più manutenzione dei ponti e attenzione anche alla Sp60 e alla Sp7 tra Casatenovo, Lesmo e Arcore».

Infrastrutture a parte, il presidente insiste anche molto sulla formazione: «Va fatta a tutti i livelli dai più piccoli ai più grandi investendo tempo e risorse coinvolgendo la polizia locale e quella stradale, ma non solo, anche utilizzando simulatori per capire il pericolo delle strade». Il sodalizio ha lanciato anche un appello a famiglie di vittime d’incidenti che necessitino di un sostegno psicologico, mettendosi a disposizione con i propri soci.