Inchiesta su Ferrovie nord: spese pazze e multe pagate ai familiari dei manager

Un’inchiesta sulle note spese dei manager di Ferrovie nord Milano, un’ipotesi di reato di peculato. Ne dà notizia il quotidiano La Repubblica: c’è un fascicolo aperto per spese effettuate dal gennaio 2011 al 2 marzo 2015. Ristoranti, bar, viaggi. Ma anche 120mila euro di multe prese dai familiari dei dirigenti.
Inchiesta su Ferrovie nord: spese pazze e multe pagate ai familiari dei manager

Un’inchiesta sulle note spese dei manager di Ferrovie nord Milano, un’ipotesi di reato di peculato. E una perquisizione della sede di piazzale Cadorna. Ne dà notizia il quotidiano La Repubblica, raccontando di un fascicolo aperto per spese effettuate a partire dal gennaio 2011 fino al 2 marzo 2015 dai vertici di Fnm. Ristoranti e bar, spese viaggio e hotel. Ma anche il pagamento di multe, quantificate in 120mila euro, prese dai familiari dei dirigenti.

La Repubblica scrive di “un parco macchine sconfinato. Solo quattro, di rappresentanza – si dice tutte berline tedesche ottenute con un contratto di leasing da una società finita nei mesi scorsi in un’altra inchiesta della Procura e legata a Comunione e liberazione – nella esclusiva disponibilità dell’ufficio di presidenza di Ferrovie Nord Milano (Fnm). Ma anche autisti, svariate segretarie a disposizione di alcuni rappresentanti del consiglio dei sindaci e del consiglio di amministrazione”.

E 120mila euro di multe che con gli impegni istituzionali avrebbero poco a che fare, facendo nascere il sospetto che le contravvenzioni siano state prese anche da familiari dei manager. La magistratura è stata coinvolta ai primi di febbraio, l’inchiesta è stata avviata il 9 febbraio, con un esposto che proviene dall’interno delle stesse Ferrovie Nord. Per le indagini serviranno ancora alcune settimane.

Ferrovie nord Milano in una nota ha confermato le “attività di indagine delegate dalla procura” e ricorda di avere “da molti anni i bilanci in attivo, grazie a una gestione rigorosa dei conti e a una politica industriale di diversificazione che ha reso possibile sostenere in proprio cospicui investimenti in mezzi di trasporto di cui beneficia il trasporto pubblico locale lombardo”.

La Repubblica riporta anche i dubbi di Legambiente su un’inchiesta che “ripropone il tema dell’utilizzo privato delle consistenti risorse pubbliche, trasferite dalla Regione, per i treni pendolari e non per gli stipendi dei manager aziendali tutti dotati di auto personale”.