Il Parco di Monza, cinema, governance, albergo e Giardini a pagamento: cosa dice il direttore

C'è il cinema, la scadenza per le decisioni della governance, l'ipotesi albergo e un'identità da ritrovare. I Giardini a pagamento? Non è escluso.
Bartolomeo Corsini
Monza: Bartolomeo Corsini, direttore Reggia di Monza Fabrizio Radaelli

Sul taccuino che dice di avere sempre con sé Bartolomeo Corsini, direttore generale del Consorzio della Reggia di Monza dallo scorso marzo ha annotato una riflessione di base: «Bisogna cercare di passare dalla fase di emergenza continua alla programmazione. Siamo in un luogo magico che deve recuperare la sua identità storica».

Una Reggia che ha bisogno di confrontarsi con l’esterno e per questo portare a Monza la delegazione delle Residenze reali europee è stato un primo passo. L’altro invece guarda al cinema e si lega al lungo curriculum di Corsini come direttore del Centro di cinematografia di Milano. «Ho un accordo con la scuola di cinema di Locarno – dice – gli studenti avranno a disposizione Parco e Villa come location per i loro corti. L’idea è vedere come i giovani possono raccontare tutto questo e poi c’è un legame storico con la Svizzera da dove veniva anche il Canonica».

Il Parco di Monza: albergo e governance, le prospettive

Corsini, milanese, fa parte dei tanti che stanno scoprendo Monza, il suo centro storico attraverso le passeggiate verso la stazione: «Non è conosciuta – dice – perché paga cento anni di declino che non si recuperano in dieci anni. È stata abbandonata dai Savoia e saccheggiata. Solo la presenza del muro napoleonico ha preservato il parco dal divenire un luogo di lottizzazioni edilizie». Per il rilancio internazionale però la Reggia può contare su alcuni luoghi che hanno già un respiro internazionale come l’autodromo, il golf, ma anche il roseto. «Puntare all’internazionalità significa anche predisporsi all’accoglienza. Abbiamo decine di immobili nel Parco in cerca di una funzione. Vedrei bene il Mirabellino come albergo per gli ospiti del Gp o del golf».

Bisogna vedere un po’ più in là fare programmazione di ampio respiro: «Facciamo però i conti con un Consorzio con 13 dipendenti e che finisce il suo mandato fra cinque anni». Si parla dunque della futura governance : «Noi siamo un consorzio di enti – spiega – non di valorizzazione come Venaria, questo comporta delle restrizioni anche sul piano delle assunzioni. Bisogna decidere che strada intraprendere, se quella della fondazione o il consorzio di valorizzazione». Davanti ai numeri di visitatori passati dai 300mila iniziali agli 85mila dello scorso anno Corsini replica: «La Villa ha le potenzialità per fare grandi numeri magari con le grandi mostre come Palazzo reale, ma non è ancora un museo». Su questo sta lavorando perché il riconoscimento di luogo museale richiede delle collezioni e un curatore, oltre ai servizi di bookshop e biglietteria.

Il Parco di Monza e la Villa: «Bisogna rivolgersi a professionisti»

«Vorrei avere dei curatori per ogni luogo – dice – io non posso occuparmi dell’anatra che sta male, del masterplan e del tavolo tecnico. Bisogna rivolgersi a dei professionisti». Per il momento di certo c’è una mostra sul Piermarini in collaborazione con Foligno e Palazzo reale a Milano, altre collaborazioni sono aperte con Versailles e Caserta. «Le grandi mostre si possono fare ma devono avere un legame con il luogo, bisogna che i visitatori ne conoscano la storia». Sugli spazi da recuperare ci sono quelli dell’ala nord («bella l’idea di riportare la pinacoteca – ma io sono un facilitatore non prendo decisioni») così come il museo della Villa nella Cavallerizza. Il ticket d’ingresso ai giardini? «Dopo la fine dei restauri trovo che sia corretto chiedere un biglietto d’ingresso come avviene in tutte le regge europee».