Fenomeno baby gang a Monza: «Serve un osservatorio speciale»

La poposta della Lega a Monza: un «osservatorio speciale» che unisca forze dell’ordine e politici per contrastare le baby gang.
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Baby gang

Un «osservatorio speciale» che unisca forze dell’ordine e politici potrebbe essere utile per contrastare le baby gang: l’invito all’assessore alla legalità Ambrogio Moccia a convocarlo è del capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo.

Fenomeno baby gang a Monza: l’attacco della Lega alla giunta

«È un fenomeno da non minimizzare – ha affermato venerdì durante una conferenza stampa – alcune zone di Monza sono in mano a gruppi di giovani» e, secondo la segretaria cittadina del Carroccio Roberta Gremignani, la gente ha paura a uscire.
La giunta Pilotto, secondo i leghisti, avrebbe abbassato la guardia: «In stazione ha ridotto il presidio fisso e la situazione è fuori controllo – ha attaccato l’ex assessore Federico Arenai vigili non hanno mai usato i taser che abbiamo acquistato e non combattono gli spacciatori» mentre il centrodestra li ha allontanati dai Boschetti e dai giardini di via Visconti.
Monza, hanno ricordato, da vent’anni è costretta a fare i conti con la Foa Boccaccio: dietro allo sgombero lampo dalla pista di hockey, ha spiegato Romeo, c’è l’intervento del ministero della cultura. «L’ho coinvolto io – ha precisato – in quanto è comproprietario della Villa reale».

Fenomeno baby gang a Monza: la replica di LabMonza e dei gruppi di maggioranza

«Bisogna dire da che parte si sta – ha commentato il consigliere comunale Simone Villa il sindaco non si è mai espresso. Abbiamo chiesto di negare i patrocini a chi, come l’Anpi, organizza eventi con la Foa: ci sono non pochi amoreggiamenti per tenere buona LabMonza».
«Lo chiariamo un’ennesima volta – ha replicato in un comunicato Emanuela Bandini, portavoce della lista – LabMonza non rappresenta il Boccaccio e non intrattiene rapporti politici particolari con il centro in quanto la nostra matrice ideologica di fondo è diversa e per certi aspetti antitetica, soprattutto per quanto riguarda la partecipazione istituzionale».

Riconosce, però, «il valore delle esperienze di autogestione e di critica sociale e auspica la loro esistenza, a patto che non arrechino significativo disturbo a chi abita nei dintorni».

Sarebbe assurdo, secondo il consigliere comunale Francesco Racioppi rifiutare il patrocinio a iniziative a cui partecipano «persone non sottoposte a misure di limitazione della libertà personale» mentre per il capogruppo Lorenzo Spedo «le dichiarazioni dei leghisti sono incoerenti. O la linea securitaria funziona e Monza è una città sicura (ma non è così), oppure la strategia della Questura sta fallendo. Gli agenti sono stati degradati a guardiani: dobbiamo orientarci verso modelli di sicurezza partecipata e di rivitalizzazione delle strade. Il degrado e l’illegalità prosperano nelle vie buie e deserte».