Concorezzo: il Comitato di Sant’Albino esulta per la chiusura di Asfalti Brianza, ma tiene alta l’attenzione

Il Comitato di Sant'Albino ha convocato una conferenza davanti ad Asfalti Brianza a Concorezzo.

Bene che l’attività sia cessata, ma quella montagna di rifiuti costringe a mantenere alta l’attenzione. Proprio al confine tra Concorezzo e Monza, lungo la recinzione di Asfalti Brianza, là dove il materiale di rifiuto supera di un pezzo l’altezza del muro, il Comitato Sant’Albino ha voluto incontrare i giornalisti, sabato 20 luglio, per fare il punto sulla situazione dopo l’annuncio della comunicazione di cessata attività protocollata dall’azienda il 12 luglio.

Concorezzo, il Comitato di Sant’Albino e quei rifiuti da smaltire

Se questa ultima non pò essere presa che come una bella notizia a preoccupare è proprio la sorte di quel materiale accatastato all’interno della recinzione «Un materiale di cui non abbiamo informazione, l’azienda non ha tenuto i registri e quindi non si sa né da dove vengano e nemmeno che rifiuti siano – hanno spiegato Michela Martinengo e Lorenzo Citterio del Comitato di quartiere di Sant’Albino -. Il problema sarà capire come uscirà e quanto». Il Comitato che da anni ormai è in prima linea a difesa del territorio e della salute dei cittadini ha poi voluto ripercorrere un po’ la vicenda.

Michela Martinengo, Comitato Sant’Albino – video di Marco Testa

Concorezzo, il Comitato di Sant’Albino e la vicenda cominciata nel 2012

«Il 2 agosto 2012 da visura camerale, inizia la storia di Asfalti Brianza – hanno proseguito -. Il giorno dopo gli stessi proprietari chiudono la Lucchini e Artoni di Segrate, e basta cercare su Google cosa avevano fatto. Tutto ciò che di negativo che si faceva a Segrate poi l’hanno fatto a Concorezzo e a Segrate dal 2012 c’è una montagna di rifiuti pari a questa. La paura è che rimanga così per anni e che a 200 metri c’è il pozzo di Brianza Acque. Questa fa tutti i rilievi del caso e le filtrazioni ma rimane comunque un motivo di preoccupazione. Adesso prosegue il processo per la questione dei rifiuti. Partirà anche il filone anche per le emissioni che per noi è forse la questione più rilevante. L’estate del 2019 e i mesi successivi abbiamo respirato qualcosa che dai rilievi di Ats e Arpa sono risotti pericolosi per la salute. Continueremo a monitorare la situazione. Ringraziamo La Rondine e tutti i sindaci che si sono spesi in questi anni, da Simone Sironi di Agrate a Marco Troiano, allora sindaco di Brugherio. Successivamente si è mosso anche Monza e per ultimo Concorezzo. Vorremmo ora che porto il Comune di Concorezzo faccia un intervento tempestivo e chieda il trasferimento di questo materiale e una bonifica del territorio che non cada però sulle spalle dei cittadini».

Concorezzo, il Comitato di Sant’Albino e l’intervento di Facciuto

Presente anche il capogruppo della Rondine Francesco Facciuto: «Il lavoro fatto dal Comitato e da tutte le persone citate, compreso Egidio Riva, ha portano alla luce fatti documentali che mostravano quanto le cose non stessero funzionando – le sue parole -. C’è stata tanta resistenza. Solamente arrivare a produrre la documentazione che ha dimostrato l’impatto cancerogeno e tossicologico ha richiesto più di un anno di lavoro, nonostante decine di lettere, esposti e richieste. Speriamo che l’inerzia non si ripeti anche per lo smaltimento di questa montagna di rifiuti. Questo è un sito che si è dimostrato incompatibile con l’abitato circostante. Bisogna fare in modo che non vengano più rilasciati titoli autorizzativi con la stessa facilità del passato».