Cogne isolata, i monzesi sfollati dalla furia di pioggia e fango: «La sensazione di essere in trappola»

Sono tornati a Monza la sera dell'1 luglio Sara Valtorta e il marito Simone Pessina: il racconto della famiglia sfollata da Cogne per il maltempo.
Monza Cogne fiume
Monza Cogne fiume

Sono tornati a Monza nella tarda serata di lunedì 1 luglio Sara Valtorta e il marito Simone Pessina, scampati dalla trappola di pioggia e fango che ha travolto la Valle d’Aosta (e anche il Piemonte) nel fine settimana.

Quella dei coniugi Pessina doveva essere una breve vacanza in camper tra Cogne, Cervinia e Courmayeur. «Siamo arrivati sabato 29 giugno», racconta Sara Valtorta, raggiunta al telefono mentre si trova sul bus che la sta riportando a Milano.

Cogne isolata, i monzesi sfollati dalla furia di pioggia e fango: col camper vicino al fiume Grand Eyvia

Già nella mattinata di sabato il tempo non prometteva nulla di buono. Una pioggia continua ha rovinato la giornata, tanto che i coniugi Pessina hanno deciso di rinunciare alla cena al ristorante, preferendo rimanere in camper.
«Eravamo sistemati in una bellissima area di sosta, proprio vicino al corso del fiume Grand Eyvia. Oltre al nostro c’erano altri venticinque camper. Vedevamo il fiume agitato e impetuoso, ma la situazione sembrava sotto controllo».

Cogne isolata, i monzesi sfollati dalla furia di pioggia e fango: la decisione di spostarsi presa durante Italia-Svizzera

Sabato, come tutti, anche i Pessina erano davanti alla partita della Nazionale contro la Svizzera. «Alla fine del primo tempo abbiamo iniziato a preoccuparci. Il rumore del fiume era talmente forte che a stento riuscivamo a sentire la telecronaca della partita. In cinque minuti abbiamo deciso di staccare la corrente e sbloccare il camper. Il tempo di farlo e il fiume ha iniziato a invadere l’area di sosta. In pochi minuti era tutto allagato». Con loro anche gli altri camperisti hanno messo in moto il mezzo e sono usciti dall’area campeggio.

«Ci siamo messi in coda verso il paese e abbiamo trovato un grande parcheggio a trecento metri dall’ingresso di Cogne. E lì siamo rimasti». Il parcheggio è in un luogo sicuro, lontano dal corso del fiume e dalla montagna: «Mentre ci sistemavamo ci hanno raggiunto i volontari della Protezione civile per dirci che il fiume aveva rotto gli argini e che avremmo dovuto passare la notte dentro il camper in quel parcheggio».

Cogne isolata, i monzesi sfollati dalla furia di pioggia e fango: il rumore degli elicotteri

Domenica mattina, 30 giugno, fin dall’alba il rumore degli elicotteri ha svegliato gli sfollati dopo una notte di preoccupazione.
«Non sapevamo ancora che fosse crollata la strada perché le comunicazioni erano interrotte, non potevamo telefonare né accedere a Internet. Ci hanno poi detto che stavano iniziando le operazioni di recupero degli sfollati della frazione di Valmontey, dove la furia dell’acqua aveva spazzato via tutto. Lì è venuta già la montagna portandosi via case e attività commerciali, ma fortunatamente non ci sono state vittime».

In mattinata i turisti si sono radunati nella piazza del Comune di Cogne, e lì è stato spiegato loro che sarebbero tornati a valle con gli elicotteri messi a disposizione dalle forze dell’ordine.
«Hanno creato delle liste di persone in base alle priorità – continuano i Pessina – noi siamo saliti a bordo dell’elicottero dei vigili del fuoco verso le 15 (di lunedì 1 luglio). Tra domenica e lunedì sono state evacuate più di 500 persone. Abbiamo potuto portare solo un piccolo zainetto con le cose indispensabili, il resto lo abbiamo lasciato sul camper e ad oggi non sappiamo quando potremo tornare a riprenderlo. Dicono che ci vorranno almeno due o tre settimane per ripristinare i collegamenti. Aspettiamo ulteriori comunicazioni».

Cogne isolata, i monzesi sfollati dalla furia di pioggia e fango: elicottero e bus, partiti con solo uno zainetto

L’elicottero è atterrato ad Aymavilles, dove è stato allestito il campo base, e da lì gli sfollati hanno poi preso una navetta verso Aosta e un bus diretto a Milano. «Sono stati tutti gentilissimi con noi. Gli albergatori hanno messo a disposizione le camere. Non abbiamo avuto paura, ma la sensazione di essere intrappolati, quella sì. La fortunata è che tutto è successo tra le 20 e le 20.30 di sabato sera, quando tutti erano ancora svegli. Se il fiume fosse esondato di notte forse avremmo contato anche delle vittime».