Caso Turato a Monza, la versione del sindaco e la replica dell’ex: «Io tradita»

Il sindaco di Monza Paolo Pilotto in consiglio comunale ha parlato del licenziamento dell'assessore Turato.
Monza consiglio comunale sindaco Pilotto
Monza consiglio comunale sindaco Pilotto – Foto Radaelli Fabrizio Radaelli

«Non ho ancora capito perché sono stata silurata, non ho compreso cosa è cambiato tra la fine di luglio e il 22 agosto: per questo voglio andare alla ricerca della verità». All’ex assessora Giada Turato le spiegazioni fornite dal sindaco Paolo Pilotto non sono sembrate sufficientemente fondate e si riserva «di replicare» nei prossimi giorni. Per ora lo fa con il rammarico di chi si sente «tradita a livello personale». «Con lui – afferma – non ho mai avuto uno screzio né un contrasto sulle linee politiche: a luglio mi ha detto di avere massima fiducia in me. Evidentemente i problemi relazionali» erano con altri.
Il primo cittadino fa sapere che, al momento, non intende commentare le ultime dichiarazioni della ex assessora, ma lunedì 9 settembre in consiglio comunale ha confessato che liquidarla gli è costato una notevole fatica oltre che «mesi di riflessione».

Caso Turato a Monza, la versione del sindaco: l’errore del luglio ’22

Pilotto ha ammesso di aver compiuto un errore nel luglio ’22 ad assegnare deleghe tanto pesanti a chi non aveva alcuna esperienza d’aula: «Ho pensato – ha dichiarato – che avere un avvocato d’impresa in giunta sarebbe stato d’aiuto». Ha riconosciuto «la disponibilità e l’impegno» della Turato, ha negato che ci siano state «divergenze di vedute sostanziali» tra lei e il resto dell’amministrazione e le ha dato merito di aver seguito provvedimenti importanti tra cui il prolungamento della metropolitana, il potenziamento dello svincolo della Serravalle a San Rocco e la realizzazione della stazione ferroviaria Monza Est.

Il ritiro delle deleghe sarebbe, quindi, dovuto a «differenze metodologiche» e non di contenuto, specie sulle politiche dei rifiuti.

Caso Turato a Monza, la versione del sindaco: «Non è il capro espiatorio»

«Giada Turato non è il capro espiatorio delle nostre difficoltà» ha garantito incalzato dalle minoranze. Un anno fa, ha ricostruito, l’amministrazione ha iniziato a riflettere sulla possibilità di «bussare alla porta di una delle aziende pubbliche» che effettuano la raccolta dei rifiuti in Brianza, ovvero Cem. Ha, però, ritenuto di approfondire un percorso «troppo veloce» prima che i sindaci assegnassero il mandato a Brianzacque di esplorare la fattibilità di un accordo con aziende pubbliche che operano nel settore dei rifiuti.

«Ho letto – ha spiegato Pilotto – che la Turato avrebbe salvato la giunta dalla Corte dei conti in quanto avremmo voluto rescindere o risolvere il contratto» con la Sangalli. «Non ci abbiamo mai pensato perché non siamo idioti» ha chiosato ricordando che in caso di trasformazioni i contratti in capo al Comune vengono trasferiti alle realtà pubbliche come è accaduto con quelli dell’autodromo e del Golf nel 2009, quando è nato il consorzio di gestione della Villa Reale.

Caso Turato a Monza, la versione del sindaco: «Lettura della realtà che non corrispondeva»

Nelle scorse settimane, ha aggiunto, ha usato le parole in modo «misurato» per rispetto nei confronti della ex assessora «che a volte ha avuto una lettura della realtà che non corrispondeva» alle previsioni della giunta e ha aspettato due anni per estrometterla nella speranza di una sorta di processo di maturazione che non è avvenuto. La decisione finale sarebbe arrivata dopo svariate «avvisaglie» che, forse, non sono state colte dall’interessata.
«Il decreto di revoca – ha precisato rivolto dall’opposizione – non è stato scritto da chi pensate voi» ovvero dal direttore generale Michele Bertola, ma dagli uffici legali in modo da non dare appigli a eventuali ricorsi: per questo i ringraziamenti per il lavoro svolto sono nel comunicato e non nel testo del provvedimento.