Caso Domus Aurea: per la Cassazione la sentenza per i collaboratori di Malaspina va rivista

La Corte Suprema vuole rivedere le assoluzioni e le pene dimezzate per i collaboratori di Malaspina nel caso Domus Aurea.
Monza Tribunale
Il tribunale di Monza Fabrizio Radaelli

Per la Corte di Cassazione la sentenza della Corte d’Appello di Milano che ha assolto quasi tutti i collaboratori del costruttore vimercatese Giuseppe Malaspina, condannato a 12 anni per bancarotta fraudolenta e il cui processo di appello si celebrerà il prossimo 24 settembre, va rivista. I giudici milanesi, rispetto alla sentenza di primo grado del Tribunale di Monza, hanno dimezzato le pene o assolto gli imputati.

Caso Domus Aurea, l’avvocato Bono: “Aspettiamo le motivazioni”

“Stiamo aspettando le motivazioni – ci ha dichiarato l’avvocato Maurizio Bono, difensore di due dei coinvolti, Gerardo Perillo, avvocato, arcorese, già giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Monza e il genero Antonio Ricchiuto, commercialista lesmeseLa Cassazione ha annullato quella sentenza con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello di Milano, quindi pensiamo che sia legata alla questione tecnica dell’inutilizzabilità delle intercettazioni”.

E infatti nel dibattimento in appello lo stesso pubblico ministero della Procura generale aveva chiesto di non utilizzare le intercettazioni, ma contrariamente a questa richiesta la Corte di Appello avrebbe invece deciso di tenerne conto.

Caso Domus Aurea: le parole della ex moglie di Malaspina sull’Appello

Adriana Foti, sulla prossima udienza di appello all’ex marito, Giuseppe Malaspina commenta: “In pratica è risultato che l’unico responsabile fosse Malaspina fa veramente sorridere. La sensazione che hanno gli avvocati è che il processo sia partito con la convinzione precostituita della sua colpevolezza. Vedremo”.