Caso Bames: ecco le motivazioni delle condanne di primo grado

Rese note le ragioni delle condanne in primo grado per il caso Bames di Vimercate.
Processo Bames un presidio al tribunale di Monza
Processo Bames un presidio al tribunale di Monza

Rese note le motivazioni delle condanne in primo grado del caso di presunta bancarotta fraudolenta Bames di Vimercate. I giudici di Monza, nel corposo documento, spiegano che le azioni della dirigenza “sebbene censurabili da un punto di vista di economia aziendale”, sono comunque da ritenere “riconducibili al rischio di impresa” nel tentativo di salvare i dipendenti dalla crisi che si è verificata nei primi anni 2000. Allo stesso tempo, però, dal tribunale monzese sottolineano che non sarebbero mancate: “operazioni illecite che non rientravano in quelli che sarebbero stati i piani industriali di salvataggio dell’impresa”.

Caso Bames: le sentenze di primo grado

All’esito del processo condannati Vittorio Romano Bartolini, 8 anni di carcere (il pm aveva chiesto 9 anni e 10 mesi), a 6 anni Giuseppe Bartolini (la richiesta era di 8 anni), 4 anni e mezzo a Luca Bertazzini (ne erano stati richiesti 8), stessa condanna, 4 anni e 6 mesi per Riccardo Toscani (ne erano stati chiesti 7), 4 anni a Salvatore Giugni (il pm aveva proposto 7 anni) e 3 anni e 8 mesi a Angelo Sandro Interdonato (mentre l’accusa aveva chiesto 7 anni). I sei dirigenti sono stati condannati anche a risarcire 5mila euro agli ex lavoratori per danno morale e anche danni con provvisionale di 5 milioni di euro.

Caso Bames: la reazione dei sindacati

Secondo l’ex segretario Fim Cisl Gigi Redaelli: “Ci troviamo di fronte a condanne ridotte. Gli ex dipendenti sono stati anche vittime della incapacità dei manager nel gestire l’azienda”. Intanto non è escluso che gli imputati possano ricorrere in Appello.