Bambini abbandonati in auto, Mirko Damasco di Salvagente dà suggerimenti per evitarlo

Dopo la morte di una bimba di 14 mesi nel veneziano, il presidente di Salvagente ritorna sull'argomento e dà consigli ai genitori.
Mirko Damasco
Mirko Damasco

Torna a parlare di abbandono in auto Mirko Damasco, presidente dell’associazione Salvagente. Dopo la tragica morte della bimba di poco più di un anno dimenticata in auto dal padre a Marcon, in provincia di Venezia. Una tragedia che ha un nome: si tratta di amnesia dissociativa transitoria. Ne ha parlato durante una diretta su Instagram nella quale ha spiegato ancora una volta il fenomeno.
«Il primo atteggiamento da tenere è quello di non giudicare e mai dire “non può succedere”», esordisce Damasco che ripete ancora una volta l’importanza fondamentale di una valida formazione.
«Capita spesso e capita a tutti. Ci dimentichiamo qualcosa e il nostro cervello riempie quella dimenticanza con un falso ricordo. Non c’è alcuna volontà dell’individuo. Quindi non serve a nulla condannare e giudicare. È un meccanismo neurologico». Una situazione che colpisce maggiormente chi è stanco, stressato, sotto pressione o che dorme poco, «ma anche a chi fa le stesse cose uguali tutti i giorni».

Bambini abbandonati in auto e il dispostivo non basta

La legge in vigore, che impone di installare un dispositivo antiabbandono sull’auto per i passeggeri minori di 4 anni, non funziona secondo quanto ha sempre dichiarato l’associazione Salvagente, che quella legge l’ha voluta ma che ne ha immediatamente contestato il testo. «E che la legge non funzioni, così come i dispositivi che la legge ci mette a disposizione, ne è la prova che negli ultimi due anni sono morti due bambini in Italia», spiega Damasco.
Ecco allora qualche indicazione pratica fornita dall’associazione, e spiegata durante i corsi per evitare che episodi di amnesia dissociativa transitoria possano costare la vita ai bambini piccoli dimenticati in auto. «Occorre che gli asili e i nidi e i centri estivi contattino le famiglie quando non vedono arrivare un bambino, per verificare se è tutto a posto». Un altro trucco sono le telefonate tra genitori fatte però nell’orario di ingresso del bambino. «Non messaggi whatsapp ma una telefonata, e fatta nell’orario in cui abitualmente il bambino viene lasciato a scuola e non ore dopo, altrimenti il cervello potrebbe elaborare un falso ricordo». E poi è utile lasciare tutto quello che ci potrà servire durante la giornata di lavoro accanto al seggiolino: dal computer al cellulare dalla borsa alla borraccia alle chiavi per entrare in ufficio. «Quelli sono gli oggetti che portiamo in automatico al lavoro, lasciarli accanto al seggiolino ci obbliga a girarci nel sedile posteriore per prenderli, e così accorgerci immediatamente se il piccolo è ancora nel seggiolino o meno».
La soluzione più tecnologicamente efficace sarebbe la presenza di una telecamera termica integrata sull’auto, capace di rilevare la presenza di esseri viventi. In quel caso si abbassano i finestrini e il clacson inizia a suonare. «La tecnologia c’è ma siccome negli ultimi vent’anni sono morti solo dodici bambini in Italia per abbandono in auto non c’è alcun interesse a investire».