«Baby gang? A Muggiò maleducazione e poco controllo, ma nessuna denuncia»

Il comandante della Polizia locale di Muggiò analizza la questione giovanile in città: no baby gang, ma monitoraggio continuo.
La piazzetta di via Cavour
La piazzetta di via Cavour Luca Scarpetta

«Baby gang? Non è un fenomeno che riguarda Muggiò: non ci sono denunce in questo senso, casomai siamo di fronte a episodi di maleducazione, schiamazzo e degrado».
È questa la fotografia scattata dal comandante della Polizia locale Marco Beccalli rispetto alla questione giovanile in città, che «non giustifica in nessun modo un allarmismo che dilaga attraverso i social». Si tratta di un’analisi che collima con i dati della stazione dei carabinieri: anche in questo caso, infatti, le forze dell’ordine hanno all’attivo zero denunce.

Baby gang: i dati delle forze dell’ordine e il percepito

Ma nemmeno i dati rassicuranti delle forze dell’ordine riescono a stemperare l’insicurezza percepita che è diffusa in tanti muggioresi. In redazione sono arrivate lettere, come quella firmata da una madre residente in città dalla quale emerge preoccupazione per «ragazzini abbandonati a se stessi, con genitori inesistenti – scrive la lettrice – Ragazzi che vanno dai 12 anni ai 18, che si muovono con minacce e aggressioni nei confronti dei loro coetanei, ragazzine che rimangono fuori casa fino a notte inoltrata, spesso brille, che credono di essere intoccabili e, fondamentalmente lo sono, perché la legge non può fare più di tanto. Escono con armi in tasca, forbici o coltellini, minacciano qualsiasi ragazzo capiti a tiro».

Baby gang: «Fenomeno condotto a un gruppo di 30-40 ragazzini, monitoraggio continuo»

In realtà il fatto del coltellino, con l’intervento della Questura e l’ammonimento ad un 14enne muggiorese, è da inquadrare in un contesto diverso:
«Risale a tre mesi fa – ricorda il comandante – si è trattato di un caso sporadico e ben preciso, che non può e non deve essere generalizzato», pur restando legittima la preoccupazione di una madre: «I genitori che cercano di insegnare l’educazione, l’onestà, il rispetto, si vedono costretti a dover limitare la libertà dei loro figli».
Uno spaccato che, secondo Beccalli e le forze dell’ordine, va invece ridimensionato ad un gruppo di ragazzini che frequenta Piazza Cossetto e via Cavour:
«Abbiamo a che fare con un gruppo molto numeroso, 30-40 ragazzini che, tuttavia, non hanno mai commesso alcun genere di reato: non sono una baby gang, non hanno mai minacciato né aggredito nessuno. Si muovono in tanti: questo può magari intimorire e sicuramente ci sono stati episodi di maleducazione, senza contare le cartacce gettate per terra, le bottiglie di plastica e gli schiamazzi, ma niente di più. Ripeto – ha proseguito Beccalli – non abbiamo denunce di questo genere, né per atti di vandalismo o per danneggiamenti».

Questo non significa che le forze dell’ordine non siano al lavoro: «Proprio per evitare che vengano commessi dei reati, monitoriamo attentamente la situazione, attraverso il pattugliamento, il sistema di videosorveglianza, con agenti in borghese, intervenendo e parlando con questi ragazzini: facciamo prevenzione, ma è anche vero che spesso necessitano solo di spazi pubblici dove restare. Certo, poi ci vorrebbe una sorveglianza maggiore anche da parte dei genitori: dei 13enni non possono restare in giro fino alla 1 di notte».