Auto in fuga dalla Milano-Meda dopo Pedemontana: futuro da strada per i soli camion?

Dalla Provincia i dati dell’impatto sulla Brianza dopo l’apertura della tratta B1 di Pedemontana. Provincia sostiene che è già cominciata la fuga dei pendolari dalla superstrada ai danni della viabilità secondaria .
Lo svincolo di Lentate di Pedemontana
Lo svincolo di Lentate di Pedemontana

È già cominciata la fuga dei pendolari da Pedemontana che rischia di trasformare la Milano-Meda in una strada camionabile, percorsa solo da mezzi pesanti. È la conclusione del monitoraggio sugli effetti dell’apertura dell’autostrada sulla viabilità locale effettuato dallo studio Meta di Monza. La ricerca, svolta con un modello di simulazione, è stata commissionata dalle province della Brianza e di Como e ha interessato i comuni di Arosio, Barlassina, Carimate, Carugo, Cesano Maderno, Figino Serenza, Lentate sul Seveso, Mariano Comense, Novedrate e Seveso.

L’apertura della B1 ha portato sulla Milano-Meda 21.000 veicoli in più al giorno con un aumento del traffico del 36% a Lentate sul Seveso e del 3% a Varedo. Paradossalmente la situazione peggiore si riscontra proprio a Varedo perché, come spiega l’ingegner Andrea Debernardi, si tratta della classica goccia che fa traboccare il vaso. «Quel 3% – precisa l’esperto che ha condotto il monitoraggio – causa un arretramento delle code in quanto, a quell’altezza, la superstrada era già satura». La situazione, oltretutto, peggiorerà se Pedemontana decidesse di allineare i 20 centesimi della tariffa al chilometro ai 6,5 pagati sulle altre tratte lombarde: «I pendolari – ha aggiunto – che ora si riversano sulla viabilità locale in quanto non possono permettersi di spendere 2 euro al giorno tornerebbero sulla Milano-Meda» facendola collassare. Gli amministratori locali, quindi, dovrebbero augurarsi che i pedaggi rimangano elevati.

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Lo scenario, ha aggiunto Debernardi, non migliorerebbe nel caso dell’apertura della B2: a quel punto su Pedemontana transiterebbero quasi esclusivamente mezzi pesanti sia perché non possono entrare nei centri urbani sia perché gli autisti stranieri non conoscono le strade alternative. I pendolari, invece, cercherebbero uno sfogo sulla vecchia Comasina e sui collegamenti tra Seregno e Meda: a farne le spese potrebbero essere, in particolare, via Borromeo e via Volta a Cesano; corso Isonzo e via Garibaldi a Seveso; via Indipendenza, viale Brianza e via Manzoni a Meda; via Santa Maria a Lentate.Di fronte a queste previsioni, per il tecnico, diventano indispensabili le opere complementari «che in certi casi servono più dell’autostrada» e il potenziamento della Milano-Meda con la realizzazione della terza corsia.Il monitoraggio smentisce lo studio di Apl presentato nel 2013 secondo cui l’apertura della B1 non avrebbe provocato un incremento del traffico sulle arterie locali.

«Quella ricerca – commenta Antonio Infosini, dirigente del settore Territorio della Provincia – parificava la nostra superstrada alle highway americane, con una velocità costante di 120 chilometri all’ora. Era un compitino che non ha tenuto conto di alcun limite».«Siamo molto preoccupati – denuncia il presidente della Provincia Gigi Ponti – non sappiamo se esiste un piano economico finanziario che garantisca l’avvio della B2 e le nostre strade non possono più assorbire le migliaia di pendolari in fuga. Occorre tornare al progetto originale e avviare le opere di compensazione promesse e stimate in 60 milioni di euro».