Atti osceni, la Procura ricorre contro l’assoluzione di Talice

Atti osceni in luogo pubblico: la Procura di Monza ricorre contro la sentenza che ha assolto l’ex assessore provinciale alla sicurezza Luca Talice. Secondo il pm l’assoluzione sarebbe stata decisa perché la querela era stata presentata tardivamente, mentre per il difensore di Talice, l’avvocato Luigi Peronetti, l perché l’accusa era inconsistente.
L’ex consigliere comunale e assessore provinciale Luca Talice
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Atti osceni in luogo pubblico: la Procura di Monza (pm Alessandro Pepè) ricorre contro la sentenza che ha assolto l’ex assessore provinciale alla sicurezza Luca Talice. L’appello verte su un presunto rapporto sessuale in una cabina per fototessera del municipio di Seregno con uno dei due ex consiglieri comunali che lo accusano. Secondo il pm l’assoluzione sarebbe stata decisa perché la querela era stata presentata tardivamente, mentre per il difensore di Talice, l’avvocato Luigi Peronetti, l’assoluzione con formula piena del suo assistito sarebbe avvenuta perché l’accusa era inconsistente. Secondo i giudici: “L’imputato e la persona offesa erano riparati in una in una cabina chiusa da tre lati e parzialmente coperta nel quarto da una tenda che costituiva quantomeno parziale ostacolo alla vista di ciò che all’interno si stesse verificando anche a chi si fosse trovato a passare davanti … si deve ritenere mancante il concreto pericolo di esposizione al pubblico”. L’ex assessore leghista era stato imputato anche di violenza sessuale, per una presunta costrizione a sfondo erotico a cui sarebbero stati costrette le parti offese. Talice ha sempre negato qualsiasi rapporto al di fuori dell’attività politica.