Arcore, aggredì un carabiniere per avvicinarsi alla ex: finisce in carcere

All'ennesima violazione arriva la detenzione per l'uomo che nonostante il codice rosso e il braccialetto elettronico non rispettava le ordinanze.
Una pattuglia dei carabinieri
Una pattuglia dei carabinieri

Non sono sufficienti le immagini che quotidianamente la televisione ci propone, non sono sufficienti gli appelli di donne disperate che hanno subito violenza o che implorano giustizia per violenze subite da proprie familiari. L’irrazionalità e la cattiveria dell’uomo, di certi uomini, sembra non finire mai. Ad Arcore l’ennesimo caso, ma con risvolti e conseguenze che sono andati per altro al di là della violenza di genere. Tutto inizia nello scorso anno, nel 2023.

Una coppia comincia a dare segni di insofferenza. Hanno due figli piccoli, ma lui, sempre al limite sembra essere schiavo di droga a alcol. Il rapporto con la compagna si fa sempre più teso, al punto che la giovane donna (lei 34 anni, lui 33), pur dopo anni di convivenza, decide di dire basta a un rapporto che ormai fa male a lei ma soprattutto ai due bambini.

Arcore, aggredì un carabiniere per avvicinarsi alla ex: tutta la storia

Chiede quindi la separazione e nel dicembre del 2023 ottiene anche di essere tutelata dai reati di codice rosso: allontanamento dell’uomo dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Ma lui dimostra subito di rifiutare una simile disposizione decisa dal tribunale di Monza. «Non posso non vedere i bambini…», continua a dire. Tanto che nel giugno di quest’anno gli viene altresì imposto il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinarsi sia alla compagna che ai bambini a una distanza inferiore a mille metri. Ma ecco che la sua testardaggine lo porta a superare i limiti imposti.

Una pattuglia di carabinieri transitando nei pressi dell’abitazione della donna lo riconosce, i militari si fermano, gli contestano il mancato rispetto delle disposizione giudiziarie e lui cosa fa? Si scaglia con violenza contro i carabinieri causando peraltro una grave lesione a uno dei militari, lesione che ancora oggi tiene il giovane carabiniere lontano dal servizio. A quel punto l’uomo viene arrestato ma in agosto il Gip decide di rimetterlo agli arresti domiciliari, sempre con il braccialetto elettronico. Tutto definito? Niente affatto. Incurante della gravità del suo comportamento se ne va in giro, in auto e senza patente. Viene ancora “intercettato” dai carabinieri che lo arrestano. Il giudice lo rimanda ancora a casa, ai domiciliari a fine agosto infine il Gip decreta l’aggravante e lo rispedisce in carcere. Questa volta in modo definitivo. La misura cautelare in carcere infatti è prevista non solo in caso di violazione delle prescrizioni degli arresti domiciliari, ma anche nel caso di manomissione dei mezzi elettronici e degli strumenti di controllo disposti con la misura degli arresti domiciliari o con le misure di allontanamento dalla casa familiare o divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima di violenza.

Arcore, aggredì un carabiniere per avvicinarsi alla ex: i dati nazionali

Dal 2021 al 2023, l’andamento dei reati spia – cioè quei delitti ritenuti i possibili indicatori di una violenza di genere – indicano un trend in progressivo e costante incremento, a eccezione di un lieve decremento degli atti persecutori in flessione nel 2022. Nel periodo che va dal primo gennaio al 30 giugno 2024, confrontato con l’analogo semestre del 2023, si registra invece una diminuzione sia degli atti persecutori, che da 9.359 scendono a 8.592 (-8%), che delle violenze sessuali che da 2.991 passano a 2.923(-2%); mentre aumenta il numero dei maltrattamenti contro familiari e conviventi per cui si registra un incremento (5%), passando da 11.808 a12.424.