Appello Garofalo, la difesa di Cosco «Non è un essere mostruoso»

Ultimi tentativi della difesa di evitare la conferma dell’ergastolo per Carlo Cosco, reo confesso dell’omicidio della compagna Lea Garofalo, uccisa in un appartamento di Milano e bruciata in un bidone in un terreno di San Fruttuoso, a Monza. «Cosco non è quell’essere nauseante e mostruoso come sostiene l’accusa»

Ultimi tentativi della difesa di evitare la conferma dell’ergastolo per Carlo Cosco, reo confesso dell’omicidio della compagna Lea Garofalo, uccisa in un appartamento di Milano e bruciata in un bidone in un terreno di San Fruttuoso, a Monza. «Cosco non è quell’essere nauseante e mostruoso che ha coltivato il suo odio per 13 anni, come sostiene l’accusa ma è un uomo che ha confessato» ha detto il suo legale Daniele Sussman Steinberg martedì davanti ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano. Il legale ha definito il delitto un atto non premeditato premeditato, «avvenuto al culmine di un litigio». L’accusa ha chiesto la conferma dell’ergastolo per Cosco , per il fratello Vito e per Rosario Curcio e l’assoluzione per altri due imputati, Massimo Sabatino e Giuseppe Cosco, scagionati dalle dichiarazioni del pentito Carmine Venturino, ex fidanzato della figlia di Lea Garofalo, Denise, il quale ha tra l’altro raccontato dettagliatamente le operazioni di occultamento del cadavere. La decisione dei giudici dovrebbe arrivare in serata.