Anniversario Icmesa, la memoria dal muro al Bosco delle querce

La memoria del disastro dell’Icmesa del 1976 a Seveso nell'iniziativa organizzata nell'anniversario.
Seveso Passi di memoria
Seveso Passi di memoria

Il ricordo di quei momenti, con uno sguardo sempre rivolto al futuro. Il Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso, Sinistra e Ambiente – Impulsi di Meda e Seveso Futura hanno organizzato in occasione del 10 luglio una serie di appuntamenti per fare memoria del disastro dell’Icmesa del 1976.

Anniversario Icmesa, l’iniziativa Passi di memoria

Passi di Memoria è una iniziativa che ha portato i partecipanti dal Muro dell’Icmesa, ciò che resta della azienda che causò il gravissimo danno ambientale, fino al Bosco delle Querce di Seveso e Meda. «Parliamo di un luogo restituito alla vivibilità, polmone verde e spazio per animali ed umani, grazie ad un impegnativo lavoro di bonifica e di ricostruzione naturalistica, oggi minacciato nuovamente e sacrificato per due ettari al passaggio della autostrada Pedemontana», dicono dalle associazioni.

L’evento è proseguito al centro visite con la visione del film di Fabio Tosetto, “Memorie dal Sotto il Bosco“, e una tavola rotonda su quello che può essere definito “il distretto della chimica” per la presenza importante nel passato di industrie di settore della portata di Snia, Acna, La Roche e degli impatti ambientali che ne sono conseguiti e ne conseguono e sulle buone pratiche delle comunità per continuare a vivere e a rendere vivibile il territorio.

Anniversario Icmesa, i racconti di chi c’era

I partecipanti sono stati coinvolti nei racconti di semplici uomini e donne, chi era presente all’epoca, chi ha studiato il caso, chi ancora oggi s’impegna per cercare di fare memoria di quegli eventi, trovando alimento dal raccordo con le associazioni ambientaliste del territorio: «Guadagnando una consapevolezza che oggi s’intende rilanciare per la generazione che si affaccia al futuro, per scoperchiare il sommerso della memoria del danno ambientale e della resilienza di una comunità che non abbandona il territorio martoriato dall’impresa votata al profitto e irrispettosa della salute dei lavoratori, dei cittadini e dell’ambiente».