A Monza una ghost bike in via Visconti come monumento a Matteo Trenti

Una ghost bike per ricordare i ciclisti vittime della strada e soprattutto Matteo Trenti, il sedicenne investito in via Azzone Visconti a Monza. La porteranno sul luogo dell’incidente i partecipanti alla critical mass di domenica 10 maggio.
Una ghost bike negli Stati unitighostbikes.org
Una ghost bike negli Stati unitighostbikes.org da

Una ghost bike per Matteo. Per Matteo Trenti, il sedicenne investito la notte del 31 marzo in via Azzone Visconti mentre, in bicicletta, tornava a casa dalla riunione settimanale del suo gruppo scuot. L’incidente è avvenuto intorno alle 23 all’altezza di piazza Cambiaghi: lì Matteo è stato mortalmente travolto da una Wolkswagen Scirocco guidata da un ventiseienne che, da largo Mazzini, si stava dirigendo in via Bergamo. E lì, sul luogo dell’incidente, verrà posizionata la sua nuova bicicletta: una “ghost bike”, completamente dipinta di bianco. Una sorta di memoriale funebre, un’installazione con tanto di fiori per ricordare a tutti che proprio in quel punto è morta una persona, un ciclista. Sarà legata a un palo e un cartello spiegherà a chi è stata dedicata. Promotori dell’iniziativa un gruppo di ciclisti milanesi, che ne ha dato avviso sui social network creando l’evento Facebook “La nuova bici di Matteo”. L’appuntamento è per domenica 10 maggio: il ritrovo è fissato alle 17 in piazza dei Mercanti, a Milano, proprio accanto al Duomo.

Partenza alle 17.30: da lì il corteo su due ruote percorrerà corso Venezia, corso Buenos Aires e viale Monza. Entrerà a Sesto San Giovanni da via Marelli, proseguirà lungo via Gramsci e arriverà a Monza, in via Azzone Visconti, attorno alle 19, dopo sedici chilometri percorsi per le vie cittadine. Simbolo di riflessione, strumento per richiamare l’attenzione sui pericoli della strada e su quanto gravi e frequenti possano essere gli incidenti mortali che vedono come vittime i ciclisti, le prime ghost bike sono apparse negli Stati Uniti: era il 2003 e a Saint Louis, nel Missouri, in seguito a un incidente tra una due ruote e un’auto è stata posizionata la prima bici fantasma, accompagnata da un cartello: “Cyclist struck here” diceva la scritta, un ciclista è stato investito qui.

Pian piano la consuetudine ha preso piede in tutto il mondo, e lo dimostrano i tanti esempi raccolti dal sito ghostbike.org. L’Italia non ha fatto eccezione: bici fantasma sono state posizionate a Roma, a Torino, a Livorno, a Firenze, a Cremona. La ghost bike di Matteo, dichiarato clinicamente morto il giorno dopo l’incidente, il primo aprile, troverà presto il suo posto in città.

La critical mass di Milano, il gruppo spontaneo che ogni giovedì pedala per la città per sottolineare i diritti di chi si sposta in bici, aveva già reso omaggio al giovane il 2 aprile scorso, quando aveva percorso trentacinque chilometri per raggiungere il luogo dell’incidente.