A Londra alle prese con la variante inglese del Covid: «Non posso venire a Desio a trovare mamma e fratello»

Antonella Roletto Badckham vive in Inghilterra da 30 anni. Ma solitamente tornava in Italia ogni volta che aveva le ferie. Stavolta, però, non ha potuto tornare a Desio: «Per fortuna, ho la mia famiglia, i miei figli e il mio nipotino»
Antonella Roletto Badchkam, desiana, con i figli a Londra
Antonella Roletto Badchkam, desiana, con i figli a Londra Paola Farina

«Mi manca il fatto di non poter venire a Desio a trovare mia mamma e mio fratello». Antonella Roletto Badckham vive in Inghilterra da 30 anni. Ma solitamente tornava in Italia ogni volta che aveva le ferie. Adesso è tutto diverso. E anche il Natale lo ha passato lontano dai parenti che vivono a Desio. «Per fortuna, ho la mia famiglia, i miei figli e il mio nipotino – racconta da Londra – ma mi dispiace non poter venire in Italia. L’avevo comunque già messo in conto: vista la situazione, non avevo comprato biglietti aerei».

Da giorni l’Inghilterra è sulle prime pagine di tutti i giornali. I collegamenti aerei tra l’Italia e la Gran Bretagna sono stati cancellati da domenica, quando è stata scoperta la “variante inglese” del Covid. Si è sviluppata dalla zona sud di Londra, proprio dove abita Antonella. «Molti italiani che conosco, soprattutto ragazzi, volevano rientrare in Italia per le feste natalizie e ora sono rimasti bloccati».

«Qui siamo al livello 4, quello più alto, che corrisponde alla zona rossa italiana – spiega la desiana – E’ una specie di lockdown. Non si può uscire di casa se non per motivi di lavoro, salute o per fare la spesa. Non si può uscire dalla nostra area. Non si può andare a casa di altre persone, niente visite. Vietato uscire per incontrare persone. I negozi di generi non essenziali sono chiusi. Chiusi anche ristoranti e bar. Ieri, in tutto il Paese, ci sono stati 36 mila nuovi casi, il numero più alto finora».

La desiana lavora in una scuola primaria. Le regole sono simili a quelle italiane, ma non tutte. I bambini delle elementari, per esempio, non hanno l’obbligo di indossare la mascherina. «A scuola finora ci sono stati pochi casi. Ma alcuni non sono stati comunicati: si tratta di bimbi rimasti casa che non hanno fatto il test o che non l’hanno comunicato alla scuola. Tanti miei colleghi si sono ammalati adesso, in questi giorni. Sono asintomatici. Non so se sia già la variante del virus. A scuola i bambini sono divisi in gruppi isolati. Noi adulti indossiamo la mascherina e il visore. Alle superiori invece è diverso. Si dice che il virus si sia diffuso molto tra gli adolescenti. Mio figlio per esempio è rimasto a cassa in isolamento 2 o 3 volte per casi di posititivà nella sua classe».

Come in tutto il mondo, anche a Londra le abitudini dei cittadini sono cambiate. «L’uomore è basso. Io non so da quanto tempo non esco. Ho lavorato, questa forse è stata la mia salvezza. Qui, a differenza dell’Italia, molta gente non segue le regole. Al supermercato o sui mezzi pubblici tante persone non indossano ancora la mascherina, anche se è obbligatoria. E molte persone si incontrano con gli amici, nonostante il divieto. Tutto si basa sulla coscienza delle persone e purtroppo molte fanno quello che vogliono. Londra ha 10 milioni di abitanti, non è semplice contenere i comportamenti delle persone. L’Italia, invece, mi sembra che abbia dato un buon esempio». «Di tutta questa situazione, mi dispiace molto che non possa tornare a Desio a trovare mia mamma»