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Cinema

L’amore secondo Dalva

Regia

Emmanuelle Nicot

Genere

Drammatico

Anno

2022

Zelda Samson, Alexis Manenti, Fanta Guirassy, Marie Denarnaud, Jean-Louis Coulloc'h, Sandrine Blancke, Maia Sandoz, Charlie Drach, Roman Coustère Hachez, Abdelmounim Snoussi, Babetida Sadjo, Gilles David, Romane Mouyal, Anne-Laure Penninck, Diego Murgia, Lysa Caugy Vonville, Trancillia Bokungu, Zaire Souchi, Delphine Bibet, Yasmina Maïza, Eva Azevedo de Sousa, Joséphine Lucic, Alain Eloy, Laetitia Hogday

Dalva ha dodici ma, come continua a ripetere agli assistenti sociali dopo l’arresto del padre. Oltre a sentirsi una donna, Dalva si dichiara innamorata del padre malgrado l’uomo abbia a lungo abusato di lei. Grazie a una casa famiglia e all’amicizia di una coetanea imparerà a guardare il mondo da una prospettiva diversa e a riappropriarsi della propria infanzia. Un percorso di formazione difficile ma entusiasmante, che affronta una materia complicata senza tralasciare momenti di ironia e tenerezza. Con due premi a Cannes alla Semaine de la Critique e le ovazioni della critica internazionaleil film ha rivelato il talento della regista Emmanuelle Nicot e della giovanissima protagonista Zelda Samson.
NOTE DI REGIA di Emmanuelle Nicot
L’idea del film nasce da un insieme di spunti diversi. Innanzitutto ci sono i temi dell’influenza e del controllo, che per me sono molto importanti. Inoltre, durante le riprese di À l’arraché, il mio ultimo cortometraggio, ho passato molto tempo in un centro di prima accoglienza per adolescenti: una cosa che mi ha colpito è che tutti i bambini e i ragazzi che erano lì per comprovati abusi in famiglia, continuavano in ogni caso a stare dalla parte di quest’ultima, sostenendo che il sistema giudiziario sbagliasse a tenerli in un centro. Due di questi ragazzini li ho seguiti per anni, arrivando a scoprire il loro viaggio dall’idea di separazione dalla famiglia a quella di vera e propria “liberazione”. A questa esperienza si sommano poi i racconti del padre di un amico che lavora come assistente sociale con i giovanissimi.
Dalva è completamente sotto l’influenza del padre, fino a quando questo non viene arrestato. Scopriamo infatti che non è mai andata a scuola, che è cresciuta senza la presenza della madre e senza riferimenti con il mondo esterno. Per far fronte a questa situazione Dalva si è rifugiata in una negazione estremamente potente, raccontando a se stessa che lei e suo padre vivono una storia d’amore che nessuno può capire. Dalva ha interiorizzato l’idea che è in quel luogo e con quell’aspetto, vestendosi e truccandosi come la donna da cui il padre è stato abbandonato, che può ottenere l’amore di quest’ultimo. Per mantenere questo amore, di cui ha un vitale bisogno – dal momento che non riceve amore da nessun altro – non ha mai messo in discussione questa situazione.
Quando abbiamo iniziato il casting per trovare la protagonista, sono arrivate molte candidature e centinaia di video. Tra tutti, quello di Zelda Samson ha subito attirato la mia attenzione. Aveva 11 anni all’epoca e si filmava nella sua stanza, esprimendosi con un vocabolario molto avanzato per la sua età. Spiegava di voler diventare un’astrofisica, lavorare sulla materia oscura, e immaginava di vincere il Nobel! Aveva una visione femminista nei confronti dei ragazzi della sua classe e sembrava straordinariamente matura. Aveva anche fiducia in se stessa, forza, qualcosa di sfacciato nell’atteggiamento e un viso incredibilmente fotogenico. Ed era impossibile darle un’età. Ho capito subito di aver trovato Dalva.