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Cinema

Finalement

Regia

Claude Lelouch

Genere

Commedia

Anno

2024

Kad Merad, Sandrine Bonnaire, Elsa Zylberstein

Maestro del cinema sentimentale francese, Claude Lelouch firma una “fiaba musicale” folle, romantica e sgangherata. Presentato Fuori concorso a Venezia 81, dove Lelouch è stato omaggiato con il Premio Cartier “Glory to the Filmaker”, la pellicola con le sue innumerevoli invenzioni narrative è un film quasi rocambolesco e a tratti un po’ demenziale, al tempo stesso senile e infantile, libero dunque, proprio come vorrebbe essere il suo protagonista. Mattatore assoluto della scena è qui un ottimo Kad Merad (Giù al nord, Supercondriaco) nei panni di Lino Massaro, un uomo di mezza età affetto da una degenerazione fronto-temporale che lo rende obbligatoriamente sincero e dunque decisamente pazzerello, almeno agli occhi degli altri. Lasciatosi alle spalle la sua famiglia borghese, e dopo aver gettato il cellulare nelle acque di un fiume, Lino vaga per la Francia facendo l’autostop e raccontandosi a degli sconosciuti (tra cui un pastore, un’antiquaria, una contadina) ora come prete spretato erotomane, ora come regista di film porno, ora come trombettista itinerante, infine come avvocato. Ed è proprio quando il personaggio inizia a vestire soltanto questo ruolo, con l’emergere di un dramma processuale e poi familiare, che il film diventa, inevitabilmente, meno folle e un po’ più borghese. Ciò non toglie che Finalement, proprio per la sua fiera sgangheratezza, così godibile e a tratti delirante, è sostanzialmente un film sulla ribellione, fiabesca e musicale, ai dettami della famiglia e di un certo cinema francese di cui essa è protagonista assoluta, un cinema ben fatto, ma spesso sin troppo confezionato.