L’editoriale del direttore Marco Pirola: “Quelli che vogliono il nostro funerale. Ma il morto non c’é”

Editoriale giornalismo - Image by freepik
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Preparatevi ad una storia a matrioska. Di quelle dove sviti il contenitore più grande e ne trovi un altro più piccolo. E così avanti per chissà quanto tempo nella inevasa speranza che la precedente operazione di apertura, sia l’ultima. Ed invece no.
Prima bambolina. La contestazione all’editore, sottolineata da alcuni giornali, di un reato come la bancarotta fraudolenta. Ma nella matrioska non c’è traccia del fallimento. Presupposto indispensabile. Seconda bambolina. La visita della Guardia di finanza. Da questo punto di vista potremmo cavarcela sostenendo di essere “figli legittimi” di una Brianza velenosa, fatta di imprese ed artigiani e… Fiamme Gialle. In buona compagnia aggiungo io.

Ma dentro l’ennesima scatola c’è una realtà. L’azione di risanamento dei debiti pregressi che ha consentito di ridurre notevolmente l’esposizione con il fisco della testata “Il Cittadino”. Siamo curiosi ed andiamo avanti nello scartare il regalino che ci hanno fatto. Terza sorpresa. Strani personaggi, simili a vampiri, che si muovono attorno al presunto feretro de Il Cittadino. Ma il cadavere non c’è. E non perché abbiano trafugato la salma (anche se qualche illuso non aspetta altro. Di rubarla intendo…). Il giornale, la società editrice è viva e vegeta.

Quarta bambolina. Erano giorni che il tanfo e l’olezzo delle lettere anonime aleggiavano sul tetto della redazione e sulla festa di ieri sera. Puntuale come un orologio svizzero, il corvo era arrivato. In particolare, ci aveva fornito, tra gli accenni che ci riguardavano, un’ampia documentazione di un’inchiesta su corruzione che coinvolge una realtà vicina a Monza. Ringrazio la gelida manina che mi ha fornito in anticipo il materiale facendomi fare per l’ennesima volta la figura del Branko di turno. Inteso come astrologo e scritto con la K mi raccomando. Per non essere confuso con i fascisti che fanno beneficenza (chiedere referenze a sinistra). Dentro, nei documenti ufficiali, c’era e c’è un po’ di tutto.

Soprattutto la parte riguardante Il Cittadino. La storia dell’indagine partita alla fine del 2020. Inchiesta rimasta in sonno, arenata per anni tra le sabbie mobili popolate di stelle e stellette. Non solo. Ma le continue ed insistenti “pressioni” (segnalazioni. chiamatele come volete) da parte di soggetti interessati all’acquisto della testata che si premuravano a “soffiare” sulla cenere. E pure dopo quattro anni, la denuncia da parte di due persone di recente licenziate dall’editore. Ma la chicca era ed è la trascrizione di un’intercettazione che al di là delle parole (abbiamo letto) conteneva più o meno la sintesi di quello che sarebbe accaduto di lì a qualche tempo. E così è stato. Chi sono i due personaggi coinvolti? L’ultima bambolina, quella che gli intenditori di matrioske chiamano “il seme”. Ma questa, direbbe Carlo Lucarelli è un’altra storia. O la stessa dico io… ce ne è per un romanzo a puntate sempre che gli avvocati, come hanno già fatto, non mi consiglino prudenza, calma, respiro, yoga, contegno. Mia mamma mi voleva avvocato, ma di mestiere faccio altro. Scusa mamma, ma in questo caso avevo ragione io…