Se l’artigianato è un falso, in Brianza danni per 200 milioni di euro

Tante volte i beni spacciati come artigianali non lo sono: a Monza e Brianza perdite annue per 200 milioni di euro.
Unione Artigiani convegno contraffazione
Unione Artigiani convegno contraffazione

Poco, ma sicuro. L’aggettivo “artigianale” ha un forte potere attrattivo in qualsiasi settore merceologico. Ma tante volte i beni spacciati come artigianali non lo sono. Un grave problema per le 14mila imprese artigiane della Grande Milano che vengono danneggiate da questa situazione. Si stima che per gli artigiani in regola i mancati incassi arrivino a 500 milioni di euro annui. A Monza e Brianza la perdita annua è quantificabile in 200 milioni di euro. Decisamente troppi: l’ Unione Artigiani ha lanciato un segnale organizzando un incontro tra cento piccoli imprenditori e chi conosce a fondo il problema: lunedì nella sede di via Doberdò, in margine al convegno “Autenticamente artigiano”, una rappresentanza della categoria ha incontrato i Carabinieri del NAS, gli agenti dell’Annonaria della Polizia Locale di Milano, gli esperti di Regione Lombardia e le associazioni dei consumatori.

Se l’artigianato è un falso, in Brianza danni per 200 milioni di euro: il caso dei panettoni

«Una lectio magistralis per conoscere normative e strumenti – precisa l’Unione Artigiani – per tentare di arginare un fenomeno che sta dilagando sugli scaffali della piccola e grande distribuzione e che corre senza freni nell’e-commerce. E dietro al quale, a volte, si celano filiere fuori dai circuiti legali. Eppure la legge parla chiaro: solo gli artigiani in regola possono utilizzare la preziosa denominazione “artigianale”. Per gli abusivi? Le leggi nazionali e regionali, datate anni Ottanta e pure scarsamente applicate , prevedono poco più di un buffetto con sanzioni da poche centinaia di euro».

«Il prodotto artigianale evidentemente tira – commenta amaro il presidente di Unione Artigiani Stefano Fugazza, panettiere e pasticciere – è una qualità ricercata dai consumatori più attenti e anche disposti a pagare di più. E per questo in tanti ne approfittano. A Milano sotto Natale è impossibile trovare un panettone non artigianale. In questo caso, grazie a un disciplinare preciso e condiviso, a un marchio di riconoscibilità e al ruolo della Camera di Commercio di Milano, stiamo difendendo un patrimonio gastronomico, ma fuori da questo circuito è una guerra. Tanto che anche i NAS hanno sequestrato tonnellate di panettoni industriali immessi sul mercato come artigianali. I furbetti poi si trovano da entrambe le parti. C’è l’ impresa non artigiana che produce in serie e poi commercializza la scritta “prodotto artigianale”. O qualche artigiano che invece compra la merce da qualche industriale, cambia il packaging e poi vende i prodotti come se fossero i suoi».

Se l’artigianato è un falso, in Brianza danni per 200 milioni di euro: la ricerca di Unione Artigiani

Unione Artigiani ha condotto una ricerca sulle conseguenze del falso in artigianato su un campione di circa 500 imprese associate tra Milano e la Brianza. Si stima che alle 4mila imprese artigiane brianzole questa piaga costi almeno 50mila euro di fatturato in meno ogni anno. Chi fa produzione alimentare tradizionale stima, per esempio, fatturati «tagliati» di almeno il 60%.
«Possiamo agire – spiega Marco Accornero, segretario di Unione Artigiani – chiedendo e offrendo trasparenza al mercato e ai consumatori, certificando i processi e i prodotti, anche alleandosi con l’industria. La grande impresa, ad esempio, valorizzi la presenza dell’artigianato nella sua filiera produttiva, lo racconti, lo faccia vedere. Non possiamo obbligarla a farlo per legge, ma è un’iniziativa che va incentivata. Non costa e a nostro parere può generare ulteriore valore ai prodotti finali, immateriale ed economico. Per quanto riguarda i controlli, tolti i Nas dei carabinieri che indagano sui casi considerati più importanti, sui territori il pallino, per legge, è nelle mani della polizia locale. Nei grandi centri urbani abbiamo le Unità dell’annonaria, ma nelle migliaia di piccoli Comuni i controlli di fatto sono impossibili».