Arcore ha le telecamere fuorilegge, il sindaco le spegne e prepara l’esposto

Il sistema di videosorveglianza di Arcore non risponde ai paremetri di legge e l'amministrazione cerca di correre ai ripari.
Le telecamere tra via Roma e via Casati
Le telecamere tra via Roma e via Casati

Il territorio arcorese è senza protezione di videosorveglianza. Tutte le telecamere sono state disattivate poiché, a seguito di un controllo voluto dal nuovo comandante della polizia locale, Gabriele Garberoglio, è stato scoperto che tutto l’impianto di sicurezza della città era in pratica illegale rispetto alle disposizioni di legge che regolano l’utilizzo di strumenti di videoregistrazione da parte dei comuni. Una situazione che ha imposto all’Amministrazione guidata dal sindaco Maurizio Bono che ha fatto accelerare tutti gli iter per poter rientrare in una situazione di legalità. Una situazione di legalità che, probabilmente, sulle casse comunali avrà un onere di non meno di 150mila euro.
«Comincio a precisare che non abbiamo potuto accedere a nessun tipo di bando perché non è stato sottoscritto alcun patto con la Prefettura poiché tutte le telecamere, lo abbiamo scoperto dopo, non erano nelle condizioni per poter essere inserite nell’accordo con la Prefettura stessa – ammette il primo cittadino, piuttosto contrariato -. Quindi – prosegue – ci siamo trovati in una situazione oserei dire fortemente imbarazzante che stiamo risolvendo adesso, proprio in questi giorni, facendo effettuare tutti i lavori di aggiornamento necessari, sia di strumenti sia di software. Questo è il motivo per cui abbiamo dovuto disattivare tutte le telecamere installate sul territorio arcorese. Operazione che tra l’altro ci costerà una cifra importante poiché l’intero impianto è da rifare ex novo».

Arcore ha le telecamere fuorilegge, il sindaco: “Qualcuno dovrà pagare i danni”

Ma si sa già a quanto ammonterà la spesa, con precisione?
«Al momento non sono in grado di dirlo, ma teniamo presente che questa situazione mi costringerà a presentare un ulteriore esposto in Procura. Qui c’è di mezzo la Corte dei conti. Eravamo in una situazione di totale irregolarità dalla quale adesso, disattivando tutte le telecamere, siamo parzialmente rientrati, stiamo facendo tutte le pratiche per avere tutte le autorizzazioni e poter quindi aderire al patto con la Prefettura. E comunque – conclude Maurizio Bono – sia ben chiaro, a conteggi definitivi chiederò il rimborso. Se io da 25 anni non ho le condizioni per poter operare legalmente qualcuno dovrà risponderne. Tanto più che dovrò spendere cifre importanti per mettere a posto una situazione di illegalità, e quindi qualcuno dovrà risponderne, assolutamente».
C’è da ricordare che l’uso di impianti di videosorveglianza è una prerogativa riservata ai comuni; è infatti previsto dal decreto in materia di sicurezza pubblica che gli enti possono installare impianti per la tutela della sicurezza urbana in luoghi pubblici o aperti al pubblico, riprendendo quindi le strade e le piazze.
Il regolamento ha stabilito inoltre delle limitazioni per tutte le pubbliche amministrazioni che installano impianti di videosorveglianza, a favore degli interessati dal trattamento