Seregno, ancora polemiche per il caso Aeb-A2A: Giacinto Mariani chiede le dimissioni del sindaco Alberto Rossi

Il capogruppo leghista ha definito una soluzione dignitosa l'eventuale passo indietro del primo cittadino, difeso dal Partito democratico, che invece attacca Tiziano Mariani
La sede di Aeb e Gelsia, in via Palestro a Seregno

L’inchiesta giudiziaria sull’operazione di integrazione societaria tra Aeb ed A2A continua ad infiammare il mondo politico seregnese. Dopo che venerdì 20 settembre, nella terza udienza preliminare celebrata a Monza, è stata accolta la richiesta del Comune di Seregno di costituirsi parte civile, ed in attesa della quarta udienza, già prevista per venerdì 18 ottobre, il capogruppo della Lega in consiglio comunale Giacinto Mariani è tornato ad incalzare il sindaco Alberto Rossi, tra le persone che rischiano il processo per turbativa d’asta e turbata libertà nella scelta del contraente, chiedendone le dimissioni.

Aeb-A2A: le argomentazioni di Giacinto Mariani

«I fatti si commentano da soli -ha spiegato Mariani-. Parto dal presupposto che, se i giudici hanno accettato la costituzione delle parti civili, è presumibile che si arrivi al rinvio a giudizio. In questo caso, mi aspetto un passo indietro di Rossi. Siamo di fronte ad un caso unico in Italia, con sindaco, assessore e segretario comunale a rischio procedimento ed il Comune che è parte civile in questo stesso procedimento, costituito per decisione della giunta che il sindaco presiede, con richiesta di risarcimento dei danni per quasi 40 milioni di euro». La dose è stata quindi rincarata: «Che l’aggregazione, per usare un eufemismo, sia stata fatta con leggerezza ed approssimazione, anche alla luce delle sentenze della giustizia amministrativa, già consolidate, mi sembra assodato. Qui però stiamo andando oltre, ormai. In ballo ci sono i posti di lavoro dei dipendenti ed il futuro dell’azienda. Teniamo anche conto che i Comuni soci, in un modo o nell’altro, si stanno muovendo per essere risarciti. Ecco, le dimissioni mi sembrano la strada più dignitosa. Lo sarebbero anche per il Partito democratico, che per la vicenda giudiziaria in cui mio malgrado fui coinvolto in prima persona e che mi ha visto assolto, si comportò in maniera ben diversa. Allora i vari Bertocchi, Amati ed Aurelio Tagliabue erano gli untori, oggi invece niente…».

Aeb-A2A: il Partito democratico punta il dito contro Tiziano Mariani

Dal canto suo, Luca Lissoni, segretario cittadino del Partito democratico, ha puntato il dito in un comunicato a nome del coordinamento della sezione contro Tiziano Mariani, già capogruppo consiliare di Noi per Seregno, che si è visto negare la costituzione come parte civile: «L’udienza preliminare del 20 settembre ha segnato un importante punto fermo, che teniamo a sottolineare. Il giudice ha dichiarato inammissibile la richiesta di costituzione di parte civile avanzata dal cittadino Tiziano Mariani. Questa decisione sancisce come egli non abbia titolo a rivestire il ruolo, che ha cercato di arrogarsi, di paladino del pubblico interesse. Non rappresenta i cittadini di Seregno, che glielo hanno fatto sapere nelle urne elettorali. Ed ora glielo dice anche il giudice: non ha nemmeno titolo per rappresentare la città in sede giudiziaria. Vogliamo ribadire in questa sede la nostra vicinanza al sindaco Alberto Rossi ed all’assessore Giuseppe Borgonovo, vittime di questa campagna d’odio, consapevoli del loro agire nell’esclusivo interesse di Seregno e dei suoi cittadini».