Monza, il libro di Sara Doris: “Ottimismo e Silvio Berlusconi nel destino di mio papà Ennio”

Allo Sporting Club di Monza la presentazione di "Ennio mio padre", il libro su Ennio Doris, fondatore di Banca Mediolanum
Sara Doris a Monza

Ha costruito una realtà finanziaria che si è imposta anche in ambito europeo. Partendo come semplice impiegato di un istituto di credito. Il ragioniere che fece l’impresa, cioè la realizzazione della «banca costruita intorno a te» e dei suoi consulenti globali, si chiamava Ennio Doris, era nato nel 1940 a Tombolo in provincia di Padova ed è morto a Milano nel 2021. La figlia Sara ha riassunto la bella avventura umana e professionale del fondatore di Banca Mediolanum nel libro «Ennio mio padre».

A Monza la presentazione del libro su Ennio Doris scritto dalla figlia Sara

Sara, vice presidente di Banca Mediolanum e presidente della Fondazione Ennio Doris, ha ripercorso le tappe fondamentali della vita del padre in un incontro svoltosi allo Sporting Club di Monza. Un nostalgico «amarcord» che ha permesso di conoscere anche gli aspetti meno noti dell’imprenditore veneto. Che, fino all’ultimo, mantenne un atteggiamento sereno.

“Mio padre – ha precisato Sara, intervistata dal giornalista Pier Augusto Stagi – mi ha insegnato tanto, anche come si possa andarsene via con serenità e coraggio. Un’infermiera che l’aveva in cura in ospedale, mi disse “tuo padre sembra uno di noi”. Ho raccontato ciò che ho vissuto e ciò che mio padre mi ha raccontato della sua vita”. Ennio Doris, dunque, non era uomo da lamenti e rimpianti. Anzi. Lui, ottimista a oltranza, (a tal punto da affermare che “è tecnicamente sbagliato essere pessimisti”) era convinto che l’ottimismo fosse la ricerca delle soluzioni più adeguate. Una missione orgogliosamente portata avanti per tutta la sua esistenza.

A Monza la presentazione del libro su Ennio Doris, l’incontro con Berlusconi

Il film biografico dedicato alla sua vita, d’altra parte, si intitola appunto «C’è anche domani». La frase che il padre Alberto disse al piccolo Ennio nel giugno 1953. Il Giro d’Italia era alle battute finali: lo svizzero Hugo Koblet sembrava destinato a vincere la corsa in rosa. Un epilogo amaro per Ennio, tifosissimo di Fausto Coppi, l’avversario più tenace di Koblet. Ennio, in lacrime, fu consolato dal padre, che gli spiegò come, anche quando tutto va male, «non bisogna mai darsi per vinti: c’è anche domani». Il giorno dopo il campionissimo rimontò e s’impose nel Giro d’Italia.

Sara ha rammentato anche l’incontro con Silvio Berlusconi, “l’uomo del destino di mio padre”. “Lo vide a Portofino – ha ricordato – e si presentò. In due battute gli spiegò quali fossero i suoi progetti. Poco tempo dopo Berlusconi lo contattò”. I diritti d’autore del libro sono destinati a sostenere studenti meritevoli delle Università Bocconi, Cattolica, di Padova e del Politecnico.